martedì, giugno 18, 2013
Dallo scorso anno il Golfo di Guinea è diventato più pericoloso delle acque somale e del Corno d’Africa: il dato relativo al cambiamento geografico della pirateria marittima è contenuto nell’ultimo rapporto dell’Ufficio marittimo internazionale (Imb).

Misna - Nel 2012 i pirati hanno messo a segno 966 attacchi in Africa occidentale contro 851 lungo le coste della Somalia. Nel Golfo di Guinea vengono per lo più prese di mira le navi che trasportano il petrolio nigeriano e gli attacchi vengono “spesso commessi con estrema violenza”. Secondo lo stesso documento cinque delle 206 persone prese in ostaggio sono state uccise. Eppure, nonostante il numero crescente di attacchi, “la regione del Golfo di Guinea non ha ricevuto la stessa attenzione rispetto a quella dedicata anni fa alla Somalia” ha sottolineato l’Imb, sottolineando che “i pirati che derubano carichi di petrolio fanno soldi facili e rapidi”. Il nuovo scenario della pirateria marittima in Africa, suggerisce il rapporto, richiede “una maggiore cooperazione tra i paesi della regione occidentale e con la stessa Somalia”. Nell’ex colonia italiana, rispetto al 2011 gli attacchi dei pirati sono diminuiti del 78%.

Lo scorso marzo a Cotonou 25 paesi dell’Africa occidentale e centrale hanno deciso di creare una base regionale in un luogo da stabilire e di istituire un gruppo di esperti per mettere a punto una strategia comune nel settore della sicurezza tesa a contrastare la crescente minaccia della pirateria marittima.


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