lunedì, giugno 24, 2013
Ennesima domenica in Siria, con attacchi ed attentati che hanno colpito soprattutto Damasco. Ma vittime si contano anche ad Aleppo, la seconda città del Paese mentre la situazione di violenza generalizzata, sta causando un’enorme ondata di profughi.

Radio Vaticana - Di ieri gli ultimi dati forniti dall’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati: solo in Libano sarebbero oltre 500mila i cittadini siriani fuggiti dalla guerra. Tre attacchi suicidi hanno colpito ieri Damasco. Si tratta dell’ultimo episodio di una lunga serie di attentati contro le forze di sicurezza o palazzi del governo. Il primo a Mazzé nell’ovest della capitale rivolto contro un commando dell’esercito. Tre persone sono rimaste uccise.

Un secondo attentato si è invece verificato a Roukneddine e il terzo a Bab Moussala. Secondo il Ministro dell’interno, 11 persone sono state uccise e mentre due brigate hanno già rivendicato gli attentati, il governo precisa che gli esecutori appartengono alla Jahbat al-Nousra. Intanto da Doha, il presidente francese François Hollande, ha incoraggiato l’opposizione a riprendere il controllo delle zone prima occupate dai ribelli. Questi ultimi, dal canto loro, fanno sapere di aver ricevuto un carico di armi moderne. L’Iran accusa chi invia armi in Siria di essere responsabile del massacro che si sta compiendo nel paese. L’instabilità siriana intanto contagia nuovamente il Libano. A Sidone ieri un gruppo di miliziani sunniti ha attaccato un commando dell’esercito.


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