Bulldozer hanno rimosso macerie, barricate e tende montate dai manifestanti in piazza Taksim, a Istanbul, dopo un’altra notte di scontri tra dimostranti e poliziotti in quella che è ormai divenuta il luogo simbolo del movimento di protesta contro il primo ministro della Turchia Recep Tayyip Erdogan.
Misna - I disordini, riferisce l’edizione online del quotidiano Hurriyet, sono cominciati quando ieri sera la polizia ha fatto irruzione nella piazza per disperdere migliaia di manifestanti. Come già accaduto più volte dall’inizio delle proteste il 31 maggio, gli agenti hanno usato gas lacrimogeni e idranti. Secondo l’emittente Cnn Türk, le cariche della polizia hanno provocato numerosi feriti. Pochi minuti dopo l’inizio degli scontri il governatore di Istanbul Hüseyin Avni Mutlu ha accusato “gruppi minoritari” di aggredire gli agenti e rivolto un appello ai manifestanti ad abbandonare la piazza. La manifestazione era stata convocata dalla Piattaforma di solidarietà con Taksim, un’organizzazione in prima fila nelle proteste contro il governo di matrice islamica di Erdogan e del suo Partito giustizia e sviluppo (Akp). Ieri il primo ministro era tornato a mettere in guardia i manifestanti, sostenendo che le autorità non avrebbero avuto più “alcuna tolleranza”. Difficile, in queste condizioni, capire se oggi potrà tenersi un annunciato incontro tra Erdogan e alcuni degli organizzatori delle proteste.
Misna - I disordini, riferisce l’edizione online del quotidiano Hurriyet, sono cominciati quando ieri sera la polizia ha fatto irruzione nella piazza per disperdere migliaia di manifestanti. Come già accaduto più volte dall’inizio delle proteste il 31 maggio, gli agenti hanno usato gas lacrimogeni e idranti. Secondo l’emittente Cnn Türk, le cariche della polizia hanno provocato numerosi feriti. Pochi minuti dopo l’inizio degli scontri il governatore di Istanbul Hüseyin Avni Mutlu ha accusato “gruppi minoritari” di aggredire gli agenti e rivolto un appello ai manifestanti ad abbandonare la piazza. La manifestazione era stata convocata dalla Piattaforma di solidarietà con Taksim, un’organizzazione in prima fila nelle proteste contro il governo di matrice islamica di Erdogan e del suo Partito giustizia e sviluppo (Akp). Ieri il primo ministro era tornato a mettere in guardia i manifestanti, sostenendo che le autorità non avrebbero avuto più “alcuna tolleranza”. Difficile, in queste condizioni, capire se oggi potrà tenersi un annunciato incontro tra Erdogan e alcuni degli organizzatori delle proteste.
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