Non accenna a stemperarsi il clima di tensione, ad una settimana dall’inizio delle contestazioni che hanno coinvolto decine di migliaia di persone in tutto il paese.
Misna - Nel pomeriggio – mentre i due principali sindacati (Kesk e Disk) sfilavano al fianco degli attivisti in tutte le principali città della Turchia – il vicepremier Bulent Arinc incontrando i rappresentanti dei manifestanti si è scusato per la repressione, che ha definito “sbagliata e ingiusta”. La delegazione del gruppo ‘Taksim Solidarity Platform’, ha presentato dal canto suo una lista di richieste che potrebbero porre fine alle proteste antigovernative.
Denunciando lo stile “violento” del primo ministro Recep Tayyep Erdogan, il gruppo ha chiesto al governo di fermare il progetto di lavori previsti in piazza Taksim, di vietare l’uso di gas lacrimogeni, di rilasciare tutti i manifestanti arrestati, e – soprattutto – di rimuovere dall’incarico tutti i funzionari coinvolti nella repressione violenta, compresi governatori e capi della polizia.
“I passi che il governo farà d’ora in poi condizioneranno il corso della reazione della società” ha detto ai giornalisti uno dei capi della delegazione, Eyup Muhcu, dopo l’incontro con il vicepremier.
Intanto la protesta fa proseliti, soprattutto tra gli intellettuali del paese come il regista Ferzan Ozpetek che ha annunciato che se sarà decretato uno sciopero generale in Turchia contro la repressione delle manifestazioni si fermerà per onorarla. Anche il premio Nobel per la letteratura Orhan Pamuk si è schierato al fianco dei dimostranti denunciando l’approccio “oppressivo e autoritario” del governo.
Misna - Nel pomeriggio – mentre i due principali sindacati (Kesk e Disk) sfilavano al fianco degli attivisti in tutte le principali città della Turchia – il vicepremier Bulent Arinc incontrando i rappresentanti dei manifestanti si è scusato per la repressione, che ha definito “sbagliata e ingiusta”. La delegazione del gruppo ‘Taksim Solidarity Platform’, ha presentato dal canto suo una lista di richieste che potrebbero porre fine alle proteste antigovernative.
Denunciando lo stile “violento” del primo ministro Recep Tayyep Erdogan, il gruppo ha chiesto al governo di fermare il progetto di lavori previsti in piazza Taksim, di vietare l’uso di gas lacrimogeni, di rilasciare tutti i manifestanti arrestati, e – soprattutto – di rimuovere dall’incarico tutti i funzionari coinvolti nella repressione violenta, compresi governatori e capi della polizia.
“I passi che il governo farà d’ora in poi condizioneranno il corso della reazione della società” ha detto ai giornalisti uno dei capi della delegazione, Eyup Muhcu, dopo l’incontro con il vicepremier.
Intanto la protesta fa proseliti, soprattutto tra gli intellettuali del paese come il regista Ferzan Ozpetek che ha annunciato che se sarà decretato uno sciopero generale in Turchia contro la repressione delle manifestazioni si fermerà per onorarla. Anche il premio Nobel per la letteratura Orhan Pamuk si è schierato al fianco dei dimostranti denunciando l’approccio “oppressivo e autoritario” del governo.
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