Domani la Corte di Cassazione deciderà delle sorti giudiziarie del Cavaliere
di Simona Santullo
La Sezione feriale della Suprema Corte, in servizio tra il 22 luglio e il 10 agosto, domani avrà sul tavolo varie possibilità: rinviare a settembre la decisone, magari su richiesta della difesa di Berlusconi o di uno dei coimputati, oppure andare in Camera di consiglio, dove decidere se confermare la condanna, assolvere l'imputato o annullare il procedimento rinviandolo alla Corte d'appello di Milano per un nuovo processo. Intanto la presunta intervista rilasciata da Silvio Berlusconi al quotidiano Libero, dove dichiarerebbe che in caso di condanna non farebbe l’esule come Bettino Craxi e non accetterebbe di essere affidato ai servizi sociali come un criminale che deve essere rieducato ma andrebbe in prigione, sarebbe totalmente priva di fondamento. A smentirla è il Cavaliere stesso in un comunicato diffuso da Palazzo Grazioli, dove si chiarisce che Berlusconi non ha rilasciato alcuna intervista e il direttore di Libero Belpietro avrebbe liberamente interpretato il senso di un colloquio dove il Cavaliere aveva confermato l’assoluta infondatezza delle accuse a lui rivolte e la sua precisa volontà di continuare a offrire il suo contributo al popolo dei moderati.
È importante però precisare che a prescindere dal pronunciamento di domani dei giudici della Suprema Corte sul processo Mediaset, nel futuro di Berlusconi non c’è comunque il carcere, e questo per svariati e ovvi motivi. Silvio Berlusconi ha 78 anni e le norme carcerarie prevedono la possibilità per chi ha quell’età di essere assegnato ai domiciliari. In questo caso però non sarà necessario nemmeno ricorrere a questa possibilità, poiché Berlusconi è stato condannato a 4 anni, 3 dei quali sono già stati cancellati dall’indulto che copre i reati commessi entro maggio 2006, (la frode fiscale all’origine del processo sarebbe stata commessa negli anni 2002-2003). Resterebbe quindi un solo anno da scontare, e con un anno, lo sappiamo tutti, non si va in carcere.
Dopo aver ricevuto dalla Cassazione il dispositivo della sentenza, la Procura di Milano, guidata da Edmondo Bruti Liberati, dovrebbe emettere il cosiddetto "ordine di esecuzione con sospensione", giacché la pena residua da scontare è inferiore ai tre anni. Dal momento della notifica da parte della Procura, Berlusconi poi avrebbe trenta giorni di tempo per chiedere l’affidamento in prova o gli arresti domiciliari; richiesta che comunque dovrà essere valutata dal Tribunale di Sorveglianza, ma, per inciso, per avere la concessione dei domiciliari basta il rispetto di tre requisiti: pena da scontare inferiore a 18 mesi, domicilio idoneo e mancanza di pericolosità sociale.
Certamente domani non sarà una giornata come le altre per il Cavaliere, che attende in silenzio la sentenza della Cassazione, anche se si mormora che sulla scrivania dell'ex premier ci sia già pronto un dossier, una sorta di "manuale di istruzioni per l'uso", qualora arrivasse la condanna… Berlusconi sembra essere abbastanza ottimista sulla sentenza, e comunque è ancora parte della maggioranza di governo, e da esperto e scaltro uomo delle istituzioni sa bene che sedere al tavolo di Palazzo Chigi ora può essere solo un vantaggio e non certo una pena. Il Capo dello Stato poi non ha nessuna intenzione di mandare il governo a gambe all'aria, e una condanna di Berlusconi creerebbe non poco rumore all’interno del Governo Letta, anche se Napolitano sono mesi ormai che ripete che “il governo deve andare avanti per il bene del paese e della stabilità dei mercati".
Se il Cavaliere dovesse essere condannato, il Governo potrebbe subire un rimpasto consistente. Giorgio Napolitano potrebbe spingersi anche verso un Letta-bis con un mattarellum nuovo di zecca e con una maggioranza che si occupi di cambiare la legge elettorale. In tutto questo Berlusconi resterebbe saldamente al suo posto al Senato: la sua interdizione dovrebbe passare per la Giunta delle immunità di Palazzo Madama, a cui spetterebbe votare circa la decadenza da senatore del Cavaliere, e come nel caso Previti prima che Berlusconi sia costretto a lasciare la poltrona potrebbero passare altri 14 mesi.
di Simona Santullo
La Sezione feriale della Suprema Corte, in servizio tra il 22 luglio e il 10 agosto, domani avrà sul tavolo varie possibilità: rinviare a settembre la decisone, magari su richiesta della difesa di Berlusconi o di uno dei coimputati, oppure andare in Camera di consiglio, dove decidere se confermare la condanna, assolvere l'imputato o annullare il procedimento rinviandolo alla Corte d'appello di Milano per un nuovo processo. Intanto la presunta intervista rilasciata da Silvio Berlusconi al quotidiano Libero, dove dichiarerebbe che in caso di condanna non farebbe l’esule come Bettino Craxi e non accetterebbe di essere affidato ai servizi sociali come un criminale che deve essere rieducato ma andrebbe in prigione, sarebbe totalmente priva di fondamento. A smentirla è il Cavaliere stesso in un comunicato diffuso da Palazzo Grazioli, dove si chiarisce che Berlusconi non ha rilasciato alcuna intervista e il direttore di Libero Belpietro avrebbe liberamente interpretato il senso di un colloquio dove il Cavaliere aveva confermato l’assoluta infondatezza delle accuse a lui rivolte e la sua precisa volontà di continuare a offrire il suo contributo al popolo dei moderati.
È importante però precisare che a prescindere dal pronunciamento di domani dei giudici della Suprema Corte sul processo Mediaset, nel futuro di Berlusconi non c’è comunque il carcere, e questo per svariati e ovvi motivi. Silvio Berlusconi ha 78 anni e le norme carcerarie prevedono la possibilità per chi ha quell’età di essere assegnato ai domiciliari. In questo caso però non sarà necessario nemmeno ricorrere a questa possibilità, poiché Berlusconi è stato condannato a 4 anni, 3 dei quali sono già stati cancellati dall’indulto che copre i reati commessi entro maggio 2006, (la frode fiscale all’origine del processo sarebbe stata commessa negli anni 2002-2003). Resterebbe quindi un solo anno da scontare, e con un anno, lo sappiamo tutti, non si va in carcere.
Dopo aver ricevuto dalla Cassazione il dispositivo della sentenza, la Procura di Milano, guidata da Edmondo Bruti Liberati, dovrebbe emettere il cosiddetto "ordine di esecuzione con sospensione", giacché la pena residua da scontare è inferiore ai tre anni. Dal momento della notifica da parte della Procura, Berlusconi poi avrebbe trenta giorni di tempo per chiedere l’affidamento in prova o gli arresti domiciliari; richiesta che comunque dovrà essere valutata dal Tribunale di Sorveglianza, ma, per inciso, per avere la concessione dei domiciliari basta il rispetto di tre requisiti: pena da scontare inferiore a 18 mesi, domicilio idoneo e mancanza di pericolosità sociale.
Certamente domani non sarà una giornata come le altre per il Cavaliere, che attende in silenzio la sentenza della Cassazione, anche se si mormora che sulla scrivania dell'ex premier ci sia già pronto un dossier, una sorta di "manuale di istruzioni per l'uso", qualora arrivasse la condanna… Berlusconi sembra essere abbastanza ottimista sulla sentenza, e comunque è ancora parte della maggioranza di governo, e da esperto e scaltro uomo delle istituzioni sa bene che sedere al tavolo di Palazzo Chigi ora può essere solo un vantaggio e non certo una pena. Il Capo dello Stato poi non ha nessuna intenzione di mandare il governo a gambe all'aria, e una condanna di Berlusconi creerebbe non poco rumore all’interno del Governo Letta, anche se Napolitano sono mesi ormai che ripete che “il governo deve andare avanti per il bene del paese e della stabilità dei mercati".
Se il Cavaliere dovesse essere condannato, il Governo potrebbe subire un rimpasto consistente. Giorgio Napolitano potrebbe spingersi anche verso un Letta-bis con un mattarellum nuovo di zecca e con una maggioranza che si occupi di cambiare la legge elettorale. In tutto questo Berlusconi resterebbe saldamente al suo posto al Senato: la sua interdizione dovrebbe passare per la Giunta delle immunità di Palazzo Madama, a cui spetterebbe votare circa la decadenza da senatore del Cavaliere, e come nel caso Previti prima che Berlusconi sia costretto a lasciare la poltrona potrebbero passare altri 14 mesi.
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