L’indice preliminare conferma un rallentamento generale dell’economia cinese. Cala anche l’occupazione e la ricezione di nuovi ordini. Analisti avvertono: “Aumenta la pressione sul mondo del lavoro”. A rischio la soglia di garanzia del 7 % di crescita nazionale
Pechino (AsiaNews) - L'attività manifatturiera cinese è rallentata di nuovo in luglio, toccando il punto minimo degli ultimi 11 mesi: l'indice preliminare Hsbc/Markit Purchasing Managers, che anticipa i dati ufficiali del governo, è infatti calato a quota 47,7 rispetto al dato finale di giugno fermo al 48,2. Per il terzo mese consecutivo il settore non supera la linea dei 50 punti, spartiacque tra espansione e contrazione. Il sottoindice che misura l'andamento dell'occupazione è sceso in luglio a 47,3 - il minimo dal marzo 2009 - mentre anche quello sui nuovi ordini è calato ai minimi da 11 mesi.
Secondo vari analisti, questi dati confermato che l'economia cinese sta perdendo quota e che quindi saranno necessarie alcune misure per stabilizzare la crescita sopra il 7 %, il punto di "non ritorno" imposto dal governo centrale per l'andamento dell'economia nazionale. Hongbin Qu, capo economista per la Cina di Hsbc, sottolinea: "Il rallentamento dei dati di luglio fa pensare che ci sia un calo continuo nel settore, causato dalla diminuzione dei nuovi ordini e da un più veloce alleggerimento delle scorte commerciali. Questa situazione metterà ancora più pressione sul mercato del lavoro".
Secondo le autorità cinesi, la soglia del 7 % per l'andamento generale dell'economia nazionale è fondamentale: essa garantisce la creazione di un numero di posti di lavoro sufficiente a garantire la stabilità sociale. Nel periodo aprile-giugno, il dato si è assestato al 7,5 % calando per l'ennesima volta: il governo e i mercati internazionali non hanno dato peso eccessivo alla situazione, addebitata per la maggior parte alla crisi economica internazionale.
Pechino (AsiaNews) - L'attività manifatturiera cinese è rallentata di nuovo in luglio, toccando il punto minimo degli ultimi 11 mesi: l'indice preliminare Hsbc/Markit Purchasing Managers, che anticipa i dati ufficiali del governo, è infatti calato a quota 47,7 rispetto al dato finale di giugno fermo al 48,2. Per il terzo mese consecutivo il settore non supera la linea dei 50 punti, spartiacque tra espansione e contrazione. Il sottoindice che misura l'andamento dell'occupazione è sceso in luglio a 47,3 - il minimo dal marzo 2009 - mentre anche quello sui nuovi ordini è calato ai minimi da 11 mesi.
Secondo vari analisti, questi dati confermato che l'economia cinese sta perdendo quota e che quindi saranno necessarie alcune misure per stabilizzare la crescita sopra il 7 %, il punto di "non ritorno" imposto dal governo centrale per l'andamento dell'economia nazionale. Hongbin Qu, capo economista per la Cina di Hsbc, sottolinea: "Il rallentamento dei dati di luglio fa pensare che ci sia un calo continuo nel settore, causato dalla diminuzione dei nuovi ordini e da un più veloce alleggerimento delle scorte commerciali. Questa situazione metterà ancora più pressione sul mercato del lavoro".
Secondo le autorità cinesi, la soglia del 7 % per l'andamento generale dell'economia nazionale è fondamentale: essa garantisce la creazione di un numero di posti di lavoro sufficiente a garantire la stabilità sociale. Nel periodo aprile-giugno, il dato si è assestato al 7,5 % calando per l'ennesima volta: il governo e i mercati internazionali non hanno dato peso eccessivo alla situazione, addebitata per la maggior parte alla crisi economica internazionale.
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