martedì, luglio 02, 2013
Il Carroccio nega qualsiasi coinvolgimento del partito, ma Usigrai replica: Rai ha informato correttamente sulle perquisizioni della DDA.

Ossigeno - Il responsabile della comunicazione della Lega Nord, Davide Caparini, ha reso noto che il suo partito ha presentato, oltre a un’interrogazione alla Commissione Parlamentare Vigilanza, una querela per diffamazione nei confronti della Rai e della giornalista Mara Martelli autrice del servizio trasmesso nell’edizione delle 13.30 del 25 giugno dal Tg1, nel quale le venticinque perquisizioni giudiziarie eseguite nei giorni precedenti nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Reggio Calabria sono state messe in relazione con esponenti della Lega. L’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia tende ad accertare un presunto riciclaggio di denaro della cosca di ‘ndrangheta dei De Stefano per la quale sono indagate otto persone. Tra esse non c’è l’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito, il cui nome però é citato nell’ordinanza della Dda come esempio delle relazioni personali con cui i De Stefano si infiltravano nella politica e nelle istituzioni. Caparini ha definito il servizio Rai il “peggior esempio di disinformazione, che denota una profonda ignoranza dei fatti trattati” e “una offesa al buonsenso”. “Aver colleg
ato la Lega alle perquisizioni nell’ambito dell’inchiesta sui presunti legami tra Belsito e la ’ndrangheta è un vero e proprio killeraggio giornalistico. Come abbiamo avuto già modo di chiarire in tutte le sedi – ha sostenuto – le vicende giudiziarie del signor Francesco Belsito non coinvolgono la Lega Nord, né possono essere in alcun modo collegate al Movimento”. E ha diffidato: “Presenteremo denuncia querela con richiesta di risarcimento nei confronti di chiunque continuerà, con evidente malafede, a proporre questo teorema falso e infame”. “Altro che disinformazione, la Rai e il Tg1 hanno fatto solo il loro dovere”, hanno replicato i cdr di Tg1 e Tgr Calabria e l’Usigrai nazionale, respingendo le accuse al servizio della collega Mara Martelli (Tgr Calabria). Si tratta, hanno scritto, di “un servizio puntuale, ben documentato e corretto, com’è nello stile della Rai e del servizio pubblico. Collegare la Lega alle perquisizioni fatte nei giorni scorsi nell’ambito dell’inchiesta sui presunti legami tra la ‘ndrangheta e Belsito, significa fare informazione e rendere conto di un’inchiesta della Dda di Reggio e non certo ‘killeraggio giornalistico’, con buona pace di Caparini. Basta dare un’occhiata a quello che scrivono sullo stesso argomento le agenzie e i principali quotidiani nazionali, per rendersene conto”.

“L’Usigrai e i comitati di redazione della Tgr Calabria e del Tg1 possono solo ribadire – è stata la conclusione della nota congiunta – che non saranno tollerate ulteriormente intimidazioni nei confronti dei giornalisti del servizio pubblico. Specialmente quando, come la collega Martelli in questo caso, sono ‘colpevoli’ solo di aver fatto scrupolosamente il loro lavoro”. Caparini ha subito controreplicato: “Se il Tg1 abbia fatto o meno il proprio dovere sarà un giudice a stabilirlo dopo aver valutato la nostra querela. Per ora resta il fatto che nelle carte c’era scritta una cosa e la giornalista nel servizio ha detto esattamente l’opposto mistificando la realtà”. “Se la disinformazione fuorviante e infamante è sempre e comunque condannabile quella resa da un telegiornale della principale rete del servizio radiotelevisivo pubblico, alla quale è affidato il compito di garantire una corretta informazione a tutta la cittadinanza, è a dir poco oltraggiosa. L’estraneità del nostro movimento alle vicende di Belsito è stata confermata più volte dalla magistratura, ma nonostante questo, il servizio del Tg1 titolava: ‘Lega: nuove perquisizioni’ parlando di operazioni di riciclaggio contestate alla Lega Nord e di un progetto, in comune con Belsito, per favorire la cosca De Stefano”.

“Oltre ai doverosi chiarimenti – ha concluso – alla direzione generale della Rai abbiamo chiesto di porre rimedio alle informazioni false e infamanti a nostro danno riportate nel servizio in questione e di intervenire per far sì che episodi di disinformazione come quello accaduto non possano più avvenire”. Belsito, che ricoprì anche l’incarico di sottosegretario di Stato, fu espulso dalla Lega il 12 aprile 2012 e successivamente arrestato con le accuse di riciclaggio, truffa, false fatturazioni, appropriazione indebita.


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