Sono almeno 22 i feriti provocati dagli scontri che ieri sera e nella notte hanno contrapposto al Cairo e nella vicina città di Giza poliziotti e sostenitori del presidente deposto Mohammed Morsi: lo riferisce l’edizione online del quotidiano Al Ahram, una settimana dopo l’uccisione di oltre 50 dimostranti da parte delle forze dell’ordine.
Misna - Disordini sono stati segnalati in diverse zone della capitale. Uno dei momenti di maggior tensione è coinciso con l’occupazione da parte dei dimostranti di un ponte sul Nilo, il Sei ottobre. Manifestazioni a sostegno di Morsi, dirigente dei Fratelli musulmani deposto dall’esercito il 3 luglio, si sono tenute anche di fronte alla moschea Rabaa al Adawiya e nei pressi dell’Università del Cairo.
In questo contesto, carico di tensione, si attende la definizione della compagine di governo del primo ministro Hazem Beblawi. A livello internazionale hanno alimentato polemiche le dichiarazioni del vice-segretario di Stato americano, William Burns, in visita in questi giorni al Cairo. Il diplomatico ha sostenuto che gli sviluppi delle ultime settimane hanno dato all’Egitto “una seconda possibilità di realizzare le promesse della rivoluzione”. Non sorprende che i rappresentanti dei Fratelli musulmani, vincitori un anno fa delle prime elezioni democratiche nella storia dell’Egitto, si siano rifiutati di incontrarlo.
Misna - Disordini sono stati segnalati in diverse zone della capitale. Uno dei momenti di maggior tensione è coinciso con l’occupazione da parte dei dimostranti di un ponte sul Nilo, il Sei ottobre. Manifestazioni a sostegno di Morsi, dirigente dei Fratelli musulmani deposto dall’esercito il 3 luglio, si sono tenute anche di fronte alla moschea Rabaa al Adawiya e nei pressi dell’Università del Cairo.
In questo contesto, carico di tensione, si attende la definizione della compagine di governo del primo ministro Hazem Beblawi. A livello internazionale hanno alimentato polemiche le dichiarazioni del vice-segretario di Stato americano, William Burns, in visita in questi giorni al Cairo. Il diplomatico ha sostenuto che gli sviluppi delle ultime settimane hanno dato all’Egitto “una seconda possibilità di realizzare le promesse della rivoluzione”. Non sorprende che i rappresentanti dei Fratelli musulmani, vincitori un anno fa delle prime elezioni democratiche nella storia dell’Egitto, si siano rifiutati di incontrarlo.
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