Stavolta il mite presidente francese François Hollande si è arrabbiato davvero e, su proposta dell’ancor più infuriati primo ministro Jean-Marc Ayrault, ieri ha licenziato la ministro dell’ecologia, dello sviluppo sostenibile e dell’energia Delphine Batho ed ha nominato al suo posto il vice-capogruppo socialista all’Assemblea Nazionale Philippe Martin, che fino ad oggi faceva parte della Commissione sviluppo sostenibile e gestione del territorio.
Green Report - Secondo i giornali francesi il licenziamento della Batho è direttamente legato alle critiche sul bilancio dello Stato per il 2014. Intervistata ieri da Rtl, la Batho aveva detto che «Il bilancio 2014, che rende il ministero dell’ecologia uno dei più severamente colpiti dai tagli previsti con un calo del 7% dei finanziamenti, è cattivo» . A differenza di quanto hanno fatto i suoi colleghi italiani, tecnici e politici, nel passato a Batho ha criticato senza peli sulla lingua un taglio di 500 milioni di euro sui 7,6 miliardi che nel 2013 sono in dotazione per il ministero dell’ecologia: «E’ un cattivo budget. L’ecologia è davvero una priorità?» .
In effetti Hollande e il suo governo di coalizione con i Verdi ha fatto quello che non aveva avuto il coraggio di fare il governo di centro-destra di Nicolas Sarkozy: togliere sostanziosi fondi all’ambiente, ma la Batho ha ribattuto: «Nel momento attuale, quando tutto va male, i francesi hanno bisogno di speranza, di prospettive per il futuro, e quindi questo era un cantiere molto importante in questo quinquennato [...] c’è un atteggiamento che non è buono».
Il ministro degli esteri, Laurent Fabius, ha sottolineato che «Il problema che ci viene posto è quello della coerenza dell’espressione del governo. A partire dal momento in cui Delphine Batho, che è una donna di qualità, ha dato un giudizio molto negativo sul bilancio,. C’è un problema evidente di espressione della coerenza governativa e quindi la decisione è precipitata». Poi ha assicurato che «Il governo vuole continuare verso la transizione ecologica».
Vista dall’Italia dove ognuno dice tutto e il contrario di tutto e la coerenza e la disciplina politica e di governo sono merce rarissima, sembra di assistere ad una discussione paradossale, ma lo scontro, in Francia come da noi (anche se con più stile ed un tasso di populismo infinitamente inferiore) è sulla necessità di ridurre il deficit pubblico e soprattutto a danno di quale ministero.
Il neo-ministro Philippe Martin è stato il primo ad essere sorpreso quando il premier Ayrault lo ha chiamato ieri pomeriggio all’Assemblée nationale, dove seguiva proprio un dibattito sullo sviluppo sostenibile al quale partecipava Delphine Batho, per chiedergli di diventare il nuovo ministro dell’ecologia francese. Va detto che Martin è conosciuto il suo impegno in campo ambientale e che la sua competenza è riconosciuta anche dalla Batho.
Martin ha assunto le sue funzioni già stamattina e durante il passaggio di consegne con la Batho ha sottolineato che «L’impegno ecologico è un’esigenza assoluta. Dobbiamo dar prova di convinzione perché questo orizzonte sia condiviso dal più gran numero, dai più grandi leader di questo Paese ma anche da una popolazione inquieta per le urgenze sociali e che a volte non percepisce fino a che punto sia necessario trasformare in maniera ecologica il nostro modo di vivere, che non è qualcosa di superfluo, ma un’esigenza assoluta. Gli ecologisti hanno chiesto degli atti, bisognerà che abbiano questi atti».
Infatti gli alleati di governo di Europe Écologie – Les Verts e le associazioni ambientaliste francesi si sono detti molto preoccupati, ma Martin ha detto di aver passato già in rassegna con Delphine Batho tre dossier prioritari: la transizione energetica, la prossima conferenza ambientale prevista per settembre e le questioni internazionali. Martin, a meno di crisi di governo ancora più forti, dovrebbe essere il ministro che nel 2015 accoglierà la storica Conferenza delle parti dell’United Nations framework convention on climate change che dovrebbe approvare il nuovo accordo mondiale sul cambiamento climatico e la riduzione delle emissioni di gas serra.
La Batho ha dimostrato stile, dopo aver ascoltato il suo successore, ha detto: «Auguro a Philippe Martin buona fortuna per il suo incarico. Per quel che riguarda le circostanze di questo licenziamento e le sue conseguenze dirò tutto in una conferenza stampa domani alle 15,00», poi ha lasciato il ministero a piedi e tra gli applausi.
Lo scontro sull’ambiente in Francia sembra appena iniziato, e non sembra cosa marginale come nel governo italiano delle grandi intese.
di Umberto Mazzantini
Green Report - Secondo i giornali francesi il licenziamento della Batho è direttamente legato alle critiche sul bilancio dello Stato per il 2014. Intervistata ieri da Rtl, la Batho aveva detto che «Il bilancio 2014, che rende il ministero dell’ecologia uno dei più severamente colpiti dai tagli previsti con un calo del 7% dei finanziamenti, è cattivo» . A differenza di quanto hanno fatto i suoi colleghi italiani, tecnici e politici, nel passato a Batho ha criticato senza peli sulla lingua un taglio di 500 milioni di euro sui 7,6 miliardi che nel 2013 sono in dotazione per il ministero dell’ecologia: «E’ un cattivo budget. L’ecologia è davvero una priorità?» .
In effetti Hollande e il suo governo di coalizione con i Verdi ha fatto quello che non aveva avuto il coraggio di fare il governo di centro-destra di Nicolas Sarkozy: togliere sostanziosi fondi all’ambiente, ma la Batho ha ribattuto: «Nel momento attuale, quando tutto va male, i francesi hanno bisogno di speranza, di prospettive per il futuro, e quindi questo era un cantiere molto importante in questo quinquennato [...] c’è un atteggiamento che non è buono».
Il ministro degli esteri, Laurent Fabius, ha sottolineato che «Il problema che ci viene posto è quello della coerenza dell’espressione del governo. A partire dal momento in cui Delphine Batho, che è una donna di qualità, ha dato un giudizio molto negativo sul bilancio,. C’è un problema evidente di espressione della coerenza governativa e quindi la decisione è precipitata». Poi ha assicurato che «Il governo vuole continuare verso la transizione ecologica».
Vista dall’Italia dove ognuno dice tutto e il contrario di tutto e la coerenza e la disciplina politica e di governo sono merce rarissima, sembra di assistere ad una discussione paradossale, ma lo scontro, in Francia come da noi (anche se con più stile ed un tasso di populismo infinitamente inferiore) è sulla necessità di ridurre il deficit pubblico e soprattutto a danno di quale ministero.
Il neo-ministro Philippe Martin è stato il primo ad essere sorpreso quando il premier Ayrault lo ha chiamato ieri pomeriggio all’Assemblée nationale, dove seguiva proprio un dibattito sullo sviluppo sostenibile al quale partecipava Delphine Batho, per chiedergli di diventare il nuovo ministro dell’ecologia francese. Va detto che Martin è conosciuto il suo impegno in campo ambientale e che la sua competenza è riconosciuta anche dalla Batho.
Martin ha assunto le sue funzioni già stamattina e durante il passaggio di consegne con la Batho ha sottolineato che «L’impegno ecologico è un’esigenza assoluta. Dobbiamo dar prova di convinzione perché questo orizzonte sia condiviso dal più gran numero, dai più grandi leader di questo Paese ma anche da una popolazione inquieta per le urgenze sociali e che a volte non percepisce fino a che punto sia necessario trasformare in maniera ecologica il nostro modo di vivere, che non è qualcosa di superfluo, ma un’esigenza assoluta. Gli ecologisti hanno chiesto degli atti, bisognerà che abbiano questi atti».
Infatti gli alleati di governo di Europe Écologie – Les Verts e le associazioni ambientaliste francesi si sono detti molto preoccupati, ma Martin ha detto di aver passato già in rassegna con Delphine Batho tre dossier prioritari: la transizione energetica, la prossima conferenza ambientale prevista per settembre e le questioni internazionali. Martin, a meno di crisi di governo ancora più forti, dovrebbe essere il ministro che nel 2015 accoglierà la storica Conferenza delle parti dell’United Nations framework convention on climate change che dovrebbe approvare il nuovo accordo mondiale sul cambiamento climatico e la riduzione delle emissioni di gas serra.
La Batho ha dimostrato stile, dopo aver ascoltato il suo successore, ha detto: «Auguro a Philippe Martin buona fortuna per il suo incarico. Per quel che riguarda le circostanze di questo licenziamento e le sue conseguenze dirò tutto in una conferenza stampa domani alle 15,00», poi ha lasciato il ministero a piedi e tra gli applausi.
Lo scontro sull’ambiente in Francia sembra appena iniziato, e non sembra cosa marginale come nel governo italiano delle grandi intese.
di Umberto Mazzantini
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