venerdì, luglio 12, 2013
Episodio davvero sgradevole e imbarazzante quello che vede coinvolti il Pdl e i suoi capigruppo Brunetta e Schifani, che dopo la decisione della Corte di Cassazione sul processo a Silvio Berlusconi hanno voluto la sospensione dei lavori parlamentari per tre giorni

di Simona Santullo

Con la sentenza della Cassazione sul processo Mediaset alle porte, e che ha visto Berlusconi condannato in primo e secondo grado a 4 anni di reclusione e a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, il Pdl minaccia di far cadere il governo. Meno di 24 ore prima, per difendere a spada tratta il loro leader, avevano promesso fuoco e fiamme, arrivando addirittura a parlare di assemblea permanente e dimissioni di massa; e tanto è stato. La richiesta del Pdl quindi fa venire a galla la concreta possibilità di una crisi, che da tempo, e in sordina, veniva covata all’interno delle stanze di governo.

E’ un palese tentativo ricattatorio nei confronti del governo Letta quello messo in atto dal Pdl, che sta facendo di tutto e di più per poter bloccare la sentenza della Cassazione, e in particolare la condanna a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici che di fatto impedirebbe a Berlusconi di sedere in Parlamento. La stessa Santanchè, in un raro momento di verità politica, ha dichiarato tranquillamente che se Berlusconi venisse condannato il governo cadrebbe; chiarendo molto bene che lo stato, le tecniche e i modi di fare della politica italiana non sono cambiati e che probabilmente non cambieranno mai. Il governo delle larghe intese, quello unico e possibile per salvare l’Italia, altro non è che un governo a tempo, sottoposto al risultato giudiziario di Berlusconi.

Un grave episodio, che vede il Parlamento piegato e sottomesso alle esigenze di una sola persona, chiara dimostrazione di come l’Italia si sta avviando verso la fine della democrazia. Non credo infatti che nella storia della democrazia mondiale si sia mai visto un gesto di pressione spudorato e assolutamente clamoroso come questo da parte di un Parlamento nei confronti della magistratura. Il Pd poi è stato costretto a votare la vergognosa decisione di sospendere i lavori parlamentari, sottomettendosi, di fatto, ai voleri del Pdl e di Silvio Berlusconi, che promise, è d’obbligo ricordarlo, che avrebbe comunque tenuto il governo Letta al riparo da tutte le sue beghe giudiziarie, per il bene dell’Italia e degli italiani.

Difficile capire chi abbia votato a favore e chi invece si sia astenuto, visto che l’Aula ha votato senza la registrazione dei nomi dei votanti; ma il voto a favore della sospensione dei lavori ha sicuramente creato qualche malumore in più all’interno del Pd. Il Premier Enrico Letta, che fidandosi della parola data dal Cavaliere aveva sempre sostenuto fino ad ora che le questioni giudiziarie di Berlusconi non avrebbero intaccato la tenuta del governo, ora sostiene la tattica del silenzio assoluto, tanto che sempre la Santanchè lo paragona alle tre scimmiette del “ non vedo, non sento e non parlo”. Ma il Pd è alleato del Pdl nel governo delle larghe intese, e quindi ha davvero le mani legate nel giudizio su Berlusconi.

Insomma, dopo la grande confusione di ieri creata con la sospensione del Parlamento, avallata dal Pd su richiesta del Pdl, oggi è il giorno della chiara sentenza sul futuro del governo Letta: il governo resta solo se Berlusconi si salva anche questa volta. Il Pdl infatti continua a dichiarare che è in gioco la democrazia italiana, ma più che la democrazia è in gioco il destino politico del loro Capo, da cui dipende anche il loro destino politico e personale. Si è detto fin dall’inizio che il governo di larghe intese avrebbe dovuto salvare l’Italia, ora invece è venuto fuori molto chiaramente che deve salvare Silvio Berlusconi. E il tutto rientra nella normalità della politica italiana, malata ormai da più di vent’anni e che non ha alcuna intenzione di trovare una cura.

È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

Sarebbe meglio che il Berlusca si ritirasse a vita privata e si godesse vecchia e nipotini.

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