In un’intervista alla Reuters il chief minister del Gujarat ed esponente del Bharatiya Janata Party (Bjp) afferma di “non sentirsi colpevole” perché “non ha fatto nulla di sbagliato”. Nelle stragi interconfessionali del 2002 morirono quasi 2mila musulmani e Modi non fece nulla per fermare i militanti indù.
New Delhi (AsiaNews/Agenzie) - Nessun senso di colpa per i massacri del 2002 in Gujarat, solo tristezza, "come quando si investe un cucciolo". Così Narendra Modi, chief minister dello Stato indiano, è tornato a parlare delle stragi interconfessionali che hanno causato la morte di migliaia di musulmani e di cui è ritenuto responsabile. Dure le reazioni da parte del Congress (al governo) e della comunità islamica del Paese, che chiedono a Modi, esponente del Bharatiya Janata Party (Bjp, partito nazionalista indù), scuse ufficiali per il paragone.
Il 27 febbraio 2002 si è consumata la carneficina del Sabarmati Express a Godhra, quando un gruppo di islamici ha aggredito e dato fuoco al treno, a bordo del quale viaggiavo indù di ritorno da Ayodhya, sede di un'antica moschea sequestrata anni addietro dagli indù. L'assalto - in cui morirono 58 persone - ha poi scatenato violenti disordini di matrice interreligiosa in tutto il Gujarat, nei quali la comunità islamica ha pagato il prezzo più alto, con quasi 2mila vittime. Da sempre Modi è accusato di aver cospirato negli scontri, per non aver preso alcun provvedimento per fermarli e non aver istituito alcuna indagine.
Proprio questo suo comportamento ha favorito il polarizzarsi della società gujarati, dove più volte in passato i musulmani hanno denunciato di sentirsi "cittadini di seconda categoria".
Intervistato dalla Reuters sui massacri del 2002, Modi ha detto: "Mi sentirei colpevole se avessi fatto qualcosa di sbagliato". Al contrario, ha aggiunto, la squadra investigativa speciale nominata dalla Corte suprema "mi ha scagionato da ogni accusa". Un'indagine, quella cui fa riferimento il chief minister, falsata da vizi procedurali.
Ma a scatenare la collera del Congress e della comunità islamica è stata un'altra controversa frase di Modi. "Se qualcun altro è alla guida di un'auto - ha detto - e noi siamo seduti dietro, se un cucciolo finisce sotto le ruote sarà doloroso o no? Naturalmente sì. Che io sia o non sia chief minister, sono un essere umano. Se accade qualcosa di brutto da qualche parte, è naturale essere tristi".
Peccato, spiegano esponenti di governo, che nel 2002 egli era chief minister e quindi "alla guida" del Gujarat. "Cosa pensa Modi - ha aggiunto Kamal Farooqi, portavoce del Samajwadi Party (partito socialista e secolarista) - che i musulmani siano peggiori persino degli animali?".
New Delhi (AsiaNews/Agenzie) - Nessun senso di colpa per i massacri del 2002 in Gujarat, solo tristezza, "come quando si investe un cucciolo". Così Narendra Modi, chief minister dello Stato indiano, è tornato a parlare delle stragi interconfessionali che hanno causato la morte di migliaia di musulmani e di cui è ritenuto responsabile. Dure le reazioni da parte del Congress (al governo) e della comunità islamica del Paese, che chiedono a Modi, esponente del Bharatiya Janata Party (Bjp, partito nazionalista indù), scuse ufficiali per il paragone.
Il 27 febbraio 2002 si è consumata la carneficina del Sabarmati Express a Godhra, quando un gruppo di islamici ha aggredito e dato fuoco al treno, a bordo del quale viaggiavo indù di ritorno da Ayodhya, sede di un'antica moschea sequestrata anni addietro dagli indù. L'assalto - in cui morirono 58 persone - ha poi scatenato violenti disordini di matrice interreligiosa in tutto il Gujarat, nei quali la comunità islamica ha pagato il prezzo più alto, con quasi 2mila vittime. Da sempre Modi è accusato di aver cospirato negli scontri, per non aver preso alcun provvedimento per fermarli e non aver istituito alcuna indagine.
Proprio questo suo comportamento ha favorito il polarizzarsi della società gujarati, dove più volte in passato i musulmani hanno denunciato di sentirsi "cittadini di seconda categoria".
Intervistato dalla Reuters sui massacri del 2002, Modi ha detto: "Mi sentirei colpevole se avessi fatto qualcosa di sbagliato". Al contrario, ha aggiunto, la squadra investigativa speciale nominata dalla Corte suprema "mi ha scagionato da ogni accusa". Un'indagine, quella cui fa riferimento il chief minister, falsata da vizi procedurali.
Ma a scatenare la collera del Congress e della comunità islamica è stata un'altra controversa frase di Modi. "Se qualcun altro è alla guida di un'auto - ha detto - e noi siamo seduti dietro, se un cucciolo finisce sotto le ruote sarà doloroso o no? Naturalmente sì. Che io sia o non sia chief minister, sono un essere umano. Se accade qualcosa di brutto da qualche parte, è naturale essere tristi".
Peccato, spiegano esponenti di governo, che nel 2002 egli era chief minister e quindi "alla guida" del Gujarat. "Cosa pensa Modi - ha aggiunto Kamal Farooqi, portavoce del Samajwadi Party (partito socialista e secolarista) - che i musulmani siano peggiori persino degli animali?".
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.