lunedì, luglio 22, 2013
La Corte suprema ha chiesto al governo indiano di limitare la vendita di acido per prevenirne l’uso sulle donne, sia per ragioni d’onore, sia per disaccordo sulla dote o a seguito di tentati abusi sessuali. Un segnale che l’opera di dissuasione e di repressione verso un uso criminale di questa sostanza non ha finora ottenuto grandi risultati.

Misna - Un problema diffuso in India, dove si stima siano un migliaio all’anno le donne sfigurate dall’acido, ma frequente anche in Afghanistan, Pakistan e Bangladesh, dove gelosia o eccessi nell’interpretazione delle prescrizioni religiose sono le cause maggiori, insieme – come in India – alla reazione di compagni, datori di lavoro o anche estranei respinti. Per tentare di limitare il fenomeno, i giudici della suprema corte hanno suggerito che la vendita sia consentita solo a maggiorenni e dietro la presentazione di un documento d’identità valido. Gli acquirenti dovranno anche spiegare le ragioni dell’acquisto e il commerciante dovrà comunicare la vendita alla polizia. Nei suggerimenti dei giudici, che il governo è chiamato a recepire e concretizzare entro tre mesi, sono inasprite le pene per i colpevoli, portate fino a 10 anni di carcere, e verrebbe negata la possibilità di rilascio su cauzione. Innalzato anche il valore degli indennizzi previsti per le vittime, che non dovrebbero essere inferiori a 300.000 rupie (circa 3900 euro) per potere garantire una qualche riabilitazione.

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