Al primo gennaio 2013, in Italia erano regolarmente presenti oltre tre milioni e 700 mila cittadini stranieri non comunitari, con un aumento, rispetto all’anno precedente, di 127 mila unità.
Radio Vaticana - I dati li comunica il Rapporto Istat “Cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti”, presentato oggi a Roma. Di questi, i minori rappresentano il 24,1%, anche questo dato in aumento rispetto al 2012.Si è registrato, però, un calo tra il 2011 e il 2012, dovuto alla riduzione dei permessi di soggiorno, che ha interessato in particolare il Nordovest della penisola: appena 80 mila quelli concessi l’anno scorso. Quanto alle nazionalità, la presenza più massiccia nel territorio è costituita dai marocchini e dagli albanesi – che sono anche coloro che accedono più facilmente alla cittadinanza italiana – seguiti da cinesi, ucraini e filippini. Questi ultimi, pur presenti nel Paese da lungo tempo, costituiscono la comunità più “instabile”, cioè che registra tassi di permanenza inferiori alla media, soprattutto tra gli uomini. I più stabili, di contro, risultano essere i provenienti da Ucraina e Moldavia, ma anche una gran quantità di cinesi resta in Italia oltre 5 anni. Per le donne, infine – riferisce l’Istat – il matrimonio resta la principale modalità di accesso alla cittadinanza.
Radio Vaticana - I dati li comunica il Rapporto Istat “Cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti”, presentato oggi a Roma. Di questi, i minori rappresentano il 24,1%, anche questo dato in aumento rispetto al 2012.Si è registrato, però, un calo tra il 2011 e il 2012, dovuto alla riduzione dei permessi di soggiorno, che ha interessato in particolare il Nordovest della penisola: appena 80 mila quelli concessi l’anno scorso. Quanto alle nazionalità, la presenza più massiccia nel territorio è costituita dai marocchini e dagli albanesi – che sono anche coloro che accedono più facilmente alla cittadinanza italiana – seguiti da cinesi, ucraini e filippini. Questi ultimi, pur presenti nel Paese da lungo tempo, costituiscono la comunità più “instabile”, cioè che registra tassi di permanenza inferiori alla media, soprattutto tra gli uomini. I più stabili, di contro, risultano essere i provenienti da Ucraina e Moldavia, ma anche una gran quantità di cinesi resta in Italia oltre 5 anni. Per le donne, infine – riferisce l’Istat – il matrimonio resta la principale modalità di accesso alla cittadinanza.
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