Difficile riscuotere il dovuto!
di Silvio Foini
Ci sono in giro per il Bel Paese 545 miliardi di euro, spicciolo più spicciolo meno, che latitano tranquilli al pari dei debitori. Pensare che questa sommetta porterebbe ad un bel 25% di abbattimento del debito pubblico. E’ la cifra accumulata in dodici anni di lavoro dei furbetti mascalzoni. E Befera che fa? Quel che può, verrebbe da rispondere. L’Agenzia delle Entrate fa sapere, per voce di Luigi Casero che è il vice ministro dell’economia, che oltre l’80% del carico residuo, nel 2012, era riferibile a debitori iscritti a ruolo per somme pari a 550.000 euro o poco più per 121.409 soggetti con un mancato incasso che appunto si aggira sui 452 miliardi di euro. La somma effettivamente entrata nelle aride casse dello stato è di soli 69,1 miliardi. Pensare che grazie alla lotta all’evasione fiscale, gli uffici delle entrate, dal 2000 al 2012, avevano infatti emesso ruoli per 807,7 miliardi di euro. Solo 107 di questi miliardi però sono riferiti a soggetti in stato di fallimento.
Comunque si facciano, i conti non tornano mai. Ci vorrebbe il conte di Montecristo, lui sì che tornava a fare giusta vendetta. I nostri non tornano mai. Dobbiamo aspettare i duchi o i marchesi? E sì che sarebbe facile e comodo per tutti, Stato e cittadini, mettersi d’accordo. Qualcuno si ricorda della “Vanoni”? Non mi riferisco alla grande cantante milanese ma alla denuncia dei redditi che ogni buon padre di famiglia e buon imprenditore comunicava al Fisco quando l’Italia andava a gonfie vele. Oggi, in più, siamo costretti dalle mille pastoie burocratiche a rivolgerci al commercialista, che con quello che chiede è un’altra tassa pure lui, e se poi sbaglia la responsabilità è sempre la nostra. Che qualcuno si svegli: altro che riccometro e compagnia cantando, i nomi degli evasori dovrebbero essere affissi nelle pubbliche piazze!
di Silvio Foini
Ci sono in giro per il Bel Paese 545 miliardi di euro, spicciolo più spicciolo meno, che latitano tranquilli al pari dei debitori. Pensare che questa sommetta porterebbe ad un bel 25% di abbattimento del debito pubblico. E’ la cifra accumulata in dodici anni di lavoro dei furbetti mascalzoni. E Befera che fa? Quel che può, verrebbe da rispondere. L’Agenzia delle Entrate fa sapere, per voce di Luigi Casero che è il vice ministro dell’economia, che oltre l’80% del carico residuo, nel 2012, era riferibile a debitori iscritti a ruolo per somme pari a 550.000 euro o poco più per 121.409 soggetti con un mancato incasso che appunto si aggira sui 452 miliardi di euro. La somma effettivamente entrata nelle aride casse dello stato è di soli 69,1 miliardi. Pensare che grazie alla lotta all’evasione fiscale, gli uffici delle entrate, dal 2000 al 2012, avevano infatti emesso ruoli per 807,7 miliardi di euro. Solo 107 di questi miliardi però sono riferiti a soggetti in stato di fallimento.
Comunque si facciano, i conti non tornano mai. Ci vorrebbe il conte di Montecristo, lui sì che tornava a fare giusta vendetta. I nostri non tornano mai. Dobbiamo aspettare i duchi o i marchesi? E sì che sarebbe facile e comodo per tutti, Stato e cittadini, mettersi d’accordo. Qualcuno si ricorda della “Vanoni”? Non mi riferisco alla grande cantante milanese ma alla denuncia dei redditi che ogni buon padre di famiglia e buon imprenditore comunicava al Fisco quando l’Italia andava a gonfie vele. Oggi, in più, siamo costretti dalle mille pastoie burocratiche a rivolgerci al commercialista, che con quello che chiede è un’altra tassa pure lui, e se poi sbaglia la responsabilità è sempre la nostra. Che qualcuno si svegli: altro che riccometro e compagnia cantando, i nomi degli evasori dovrebbero essere affissi nelle pubbliche piazze!
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