Nel novembre 2011, come tutti ricorderanno è caduto il governo di Silvio Berlusconi. Al suo posto è stato incaricato di formare un nuovo governo il professor Mario Monti, una specie di salvatore del Paese, a cui è stato dato l’arduo compito di “guarire” l’Italia dopo l’esperienza negativa di governo del Cavaliere, che con lo scandalo del suo Bunga Bunga ci aveva fatto perdere ogni credibilità agli occhi dell’Europa e del Mondo.
di Simona Santullo
Mario Monti con la sua squadra di tecnici è stato chiamato a Palazzo Chigi in una situazione di vera emergenza; il Paese, è d’obbligo ricordarlo, era ad un passo dal de fault tecnico. Con il tipo di politica adottato, quello del rigore obbligatorio per tutti, Monti è riuscito sì ad evitare che finissimo tutti nel baratro, ma ha anche finito di ‘mettere in ginocchio’ buona parte di cittadini di questa Italia mal ridotta. Anche il penultimo governo comunque è stato mandato a casa per volontà del centrodestra. Dopo Monti è arrivato il governo delle larghe intese guidato da Enrico Letta e da Angelino Alfano; un governo politico, l’unico possibile per poter avere la maggioranza delle Camere, e sicuramente un governo che non poteva più attardarsi nella sua formazione, nell’interesse del Paese e dell’Europa. Adesso però si sta cercando di far cadere e di mandare a casa anche il nuovo esecutivo.
E già, tempi difficili per il governo Letta, già in agitazione per le discussioni tra Pd e Pdl, bersagliato da Brunetta per Imu e Iva, ora deve guardarsi da una nuova minaccia. Le intimidazioni, questa volta, arrivano proprio dal professor Mario Monti, ex presidente del Consiglio, in un lungo post sulla sua pagina Facebook, dove molto chiaramente lancia una specie di ultimatum al governo, chiedendo un decisivo cambio di passo al Premier Letta.
Minaccia ininfluente dato i numeri modesti della coalizione di Monti in Parlamento e che di fatto rilegano Scelta Civica ad una effettiva irrilevanza politica, ma che comunque crea l’opportunità di aprire nuove polemiche e nuovi malumori a questa coalizione di Governo; coalizione affetta da “crescente ambiguità”.
L’ambiguità a cui si riferisce Mario Monti è quella proveniente dai due partiti maggiori della coalizione di governo; uno impegnato nel congresso, e l’altro, Pdl, impegnato ad affrontare una difficile situazione che riguarda le vicende di Silvio Berlusconi; al quale va tuttavia riconosciuto il merito di essersi fino ad ora lealmente astenuto dal farne pesare le conseguenze sul governo. Il leader di Scelta Civica propone a Letta, un contratto di coalizione, come quelli che si fanno in Germania tanto per capirci meglio, dove le grandi coalizioni politiche nascono sulla base di un “'Koalitionsvertrag” veri e propri contratti scritti e molto dettagliati, che i partiti devono rispettare.
Vero è che la grande coalizione che appoggia il governo Letta, ha come sola base le dichiarazioni programmatiche del Premier rilasciate alle Camere il 29 aprile, e non è abbastanza. Vero è che il Premier ora dovrebbe preoccuparsi di dare solidità e slancio riformatore al suo governo, e di metterlo al riparo da possibili tranelli provenienti dai travagli dei partiti, proponendo presto un testo di 'contratto di coalizione'. Ma addirittura di minacciare di togliere il sostegno all’esecutivo….
Sempre secondo Monti, questo “contratto di coalizione” dovrebbe contenere, oltre ad un quadro preciso delle linee politiche e dei provvedimenti, anche un breve 'codice di condotta', con elementari regole di comportamento per chi vuole partecipare in buona fede ad uno sforzo comune per risollevare il Paese, dimenticando per qualche tempo gli interessi elettorali. Per l’ex Premier quindi “non è comunque accettabile che singoli partiti, nel partecipare all'attività di un governo che dovrebbe durare per anni, si posizionino quotidianamente - nella sostanza e nella comunicazione - come se fossero già in campagna elettorale”; “le riforme di cui ha bisogno il paese” continua l’ex premier, “ non potranno essere decise e realizzate senza una grande e genuina unità di intenti, non solo all’interno del Governo ma anche fra i partiti che hanno dato vita alla grande coalizione”.
Il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano dal canto suo, per calmare le polemiche scatenate in queste ultime ore, commenta le dichiarazioni del leader di Scelta Civica dicendo che Monti più che una minaccia per Letta, è uno stimolo…
Far cadere anche questo governo sarebbe veramente troppo per il nostro paese, e il gioco rischioso dell’”ammazza governo” fatto dai politici, in questo momento storico è del tutto inappropriato. L’atteggiamento e le scelte di ogni forza politico – parlamentare, ora più che mai dovrebbero essere scelte responsabili e trasparenti di fronte ai cittadini italiani, scelte che non dovrebbero anteporre gli interessi di parte al bene del Paese. Se così non fosse, avremmo la piena dimostrazione che a governarci non sono degli statisti, ma solo una massa di persone irresponsabili, interessate a portare avanti e a salvaguardare ancora una volta i propri interessi. Vi siete assunti la responsabilità di far nascere un governo di coalizione, ora dimostrate di essere all’altezza di portare avanti, con realismo e onestà intellettuale e politica, le sfide che attendono il nostro paese; e come giustamente ha ricordato Dario Franceschini ministro per i rapporti con il Parlamento, la politica dei “piccoli passi” ora è l’unica possibile in una situazione così particolare e difficile.
di Simona Santullo
Mario Monti con la sua squadra di tecnici è stato chiamato a Palazzo Chigi in una situazione di vera emergenza; il Paese, è d’obbligo ricordarlo, era ad un passo dal de fault tecnico. Con il tipo di politica adottato, quello del rigore obbligatorio per tutti, Monti è riuscito sì ad evitare che finissimo tutti nel baratro, ma ha anche finito di ‘mettere in ginocchio’ buona parte di cittadini di questa Italia mal ridotta. Anche il penultimo governo comunque è stato mandato a casa per volontà del centrodestra. Dopo Monti è arrivato il governo delle larghe intese guidato da Enrico Letta e da Angelino Alfano; un governo politico, l’unico possibile per poter avere la maggioranza delle Camere, e sicuramente un governo che non poteva più attardarsi nella sua formazione, nell’interesse del Paese e dell’Europa. Adesso però si sta cercando di far cadere e di mandare a casa anche il nuovo esecutivo.
E già, tempi difficili per il governo Letta, già in agitazione per le discussioni tra Pd e Pdl, bersagliato da Brunetta per Imu e Iva, ora deve guardarsi da una nuova minaccia. Le intimidazioni, questa volta, arrivano proprio dal professor Mario Monti, ex presidente del Consiglio, in un lungo post sulla sua pagina Facebook, dove molto chiaramente lancia una specie di ultimatum al governo, chiedendo un decisivo cambio di passo al Premier Letta.
Minaccia ininfluente dato i numeri modesti della coalizione di Monti in Parlamento e che di fatto rilegano Scelta Civica ad una effettiva irrilevanza politica, ma che comunque crea l’opportunità di aprire nuove polemiche e nuovi malumori a questa coalizione di Governo; coalizione affetta da “crescente ambiguità”.
L’ambiguità a cui si riferisce Mario Monti è quella proveniente dai due partiti maggiori della coalizione di governo; uno impegnato nel congresso, e l’altro, Pdl, impegnato ad affrontare una difficile situazione che riguarda le vicende di Silvio Berlusconi; al quale va tuttavia riconosciuto il merito di essersi fino ad ora lealmente astenuto dal farne pesare le conseguenze sul governo. Il leader di Scelta Civica propone a Letta, un contratto di coalizione, come quelli che si fanno in Germania tanto per capirci meglio, dove le grandi coalizioni politiche nascono sulla base di un “'Koalitionsvertrag” veri e propri contratti scritti e molto dettagliati, che i partiti devono rispettare.
Vero è che la grande coalizione che appoggia il governo Letta, ha come sola base le dichiarazioni programmatiche del Premier rilasciate alle Camere il 29 aprile, e non è abbastanza. Vero è che il Premier ora dovrebbe preoccuparsi di dare solidità e slancio riformatore al suo governo, e di metterlo al riparo da possibili tranelli provenienti dai travagli dei partiti, proponendo presto un testo di 'contratto di coalizione'. Ma addirittura di minacciare di togliere il sostegno all’esecutivo….
Sempre secondo Monti, questo “contratto di coalizione” dovrebbe contenere, oltre ad un quadro preciso delle linee politiche e dei provvedimenti, anche un breve 'codice di condotta', con elementari regole di comportamento per chi vuole partecipare in buona fede ad uno sforzo comune per risollevare il Paese, dimenticando per qualche tempo gli interessi elettorali. Per l’ex Premier quindi “non è comunque accettabile che singoli partiti, nel partecipare all'attività di un governo che dovrebbe durare per anni, si posizionino quotidianamente - nella sostanza e nella comunicazione - come se fossero già in campagna elettorale”; “le riforme di cui ha bisogno il paese” continua l’ex premier, “ non potranno essere decise e realizzate senza una grande e genuina unità di intenti, non solo all’interno del Governo ma anche fra i partiti che hanno dato vita alla grande coalizione”.
Il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano dal canto suo, per calmare le polemiche scatenate in queste ultime ore, commenta le dichiarazioni del leader di Scelta Civica dicendo che Monti più che una minaccia per Letta, è uno stimolo…
Far cadere anche questo governo sarebbe veramente troppo per il nostro paese, e il gioco rischioso dell’”ammazza governo” fatto dai politici, in questo momento storico è del tutto inappropriato. L’atteggiamento e le scelte di ogni forza politico – parlamentare, ora più che mai dovrebbero essere scelte responsabili e trasparenti di fronte ai cittadini italiani, scelte che non dovrebbero anteporre gli interessi di parte al bene del Paese. Se così non fosse, avremmo la piena dimostrazione che a governarci non sono degli statisti, ma solo una massa di persone irresponsabili, interessate a portare avanti e a salvaguardare ancora una volta i propri interessi. Vi siete assunti la responsabilità di far nascere un governo di coalizione, ora dimostrate di essere all’altezza di portare avanti, con realismo e onestà intellettuale e politica, le sfide che attendono il nostro paese; e come giustamente ha ricordato Dario Franceschini ministro per i rapporti con il Parlamento, la politica dei “piccoli passi” ora è l’unica possibile in una situazione così particolare e difficile.
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