venerdì, luglio 05, 2013
La restituzione della diaria e la rendicontazione delle spese nei mesi scorsi hanno diviso i Cinque Stelle e sono state motivi di tensioni all'interno del movimento, con espulsioni e passaggi al gruppo misto


di Simona Santullo

Ieri è finalmente arrivato il giorno del riscatto e della gloria per il M5S, il Restitution Day: è stato srotolato davanti a Montecitorio il maxi-assegno della cifra di 1.570.000 euro, pari alla parte eccedente della diaria parlamentare per il periodo da marzo a maggio. I soldi andranno in un fondo per l’ammortamento del debito pubblico e si andranno ad aggiungere ai 42 milioni di rimborsi elettorali e alle indennità di carica ai quali i Cinque Stelle hanno già rinunciato.

Bellissima e lodevole l’iniziativa da parte dei parlamentari del Movimento, che così facendo hanno dimostrato al loro elettorato, e al popolo italiano, che loro non “rubano” e che, soprattutto, si può fare politica senza sfarzi, mentre, come dichiara il deputato Manlio Di Stefano, “la casta banchetta sui cadaveri dei morti suicidi”. Un trionfo dei grillini, questa volta assolutamente meritato, a cui sono arrivati dopo mesi difficili che hanno visto i componenti del Movimento alle prese con rendicontazioni, scontrini fiscali, ricevute e fatture, e di soprattutto con molti dissidi interni ed espulsioni.

Non sono mancate però le polemiche in questo Restitution Day. Grande assente Beppe Grillo, che è atteso a Roma la settimana prossima per l’incontro con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ma che comunque non evita di commentare attraverso twitter l’iniziativa. L’ultima polemica che offusca la rivalsa grillina è quella che parte da un cittadino eletto in Svizzera, circoscrizione estero, il signor Alessio Tacconi, ingegnere gestionale che fa la spola tra Zurigo, dove vive e lavora, e Roma. L’ingegner Tacconi sembra essere abbastanza perplesso circa la restituzione della sua parte prevista di diaria perché a Zurigo purtroppo la vita è più cara che in Italia e ad oggi sembra che ancora non abbia fatto il versamento sul conto corrente, tanto che sulla sua pagina Facebook non ci sono sue dichiarazioni in merito, ma solo un bel po' di insulti da parte dei pentastellati che il bonifico invece lo hanno fatto. Che ci sia una prossima imminente espulsione dal M5S? Chissà.

Quello dei grillini comunque è stato un esempio che dovrebbe essere emulato da tutti gli altri gruppi parlamentari; forse in pochi lo sanno ma i partiti a fine luglio prenderanno un’altra rata per i rimborsi elettorali pari a 90 milioni di euro, e magari una piccola parte si potrebbe devolvere al fondo per l’ammortamento del debito pubblico, iniziando così a “non banchettare più sui cadaveri dei morti suicidi…”.

Ancora complimenti allora al M5S, augurandoci che non sia solo un gesto sporadico ma anzi sia d’esempio e di ispirazione per tutti gli altri partiti politici, che almeno per una volta potrebbero restituire al cittadino invece di togliere...


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