Nell’Arabia Saudita delle timide riforme il ministero degli Interni impone la stretta osservanza del digiuno anche agli immigrati non musulmani. Cibo, acqua, sigarette e gomme da masticare sono proibite in pubblico dall’alba al tramonto. Il ministero: “Rispettino la sacralità del Ramadan e del sentimento musulmano o rischieranno l’espulsione dal Paese”.
Riyadh (AsiaNews) - Reclusione, frustate o espulsione dal regno per chi sarà sorpreso in pubblico a mangiare, bere, fumare o fare uso di gomme da masticare nelle ore diurne del Ramadan. Un comunicato rilasciato dal ministero degli Interni alla vigilia del mese sacro - che in Arabia Saudita ha inizio oggi - impone una stretta osservanza a musulmani e non, pena sanzioni severissime. Secondo la tradizione islamica, il mese del Ramadan commemora la rivelazione di Allah a Maometto dei primi versetti del Corano. Ogni persona che ha superato la pubertà, ed è in condizioni di salute, è obbligata a osservare il digiuno dall'alba al tramonto. Il rispetto di tali regole rappresenta uno dei 5 pilastri dell'islam, nonché dovere fondamentale di ogni musulmano. Il Ramadan, in quanto mese di preghiera, è inoltre spesso associato ad iniziative di pace e carità.
Il provvedimento, varato dal ministro degli Interni e confermato da fonti della commissione per la Promozione della virtù e la Prevenzione del vizio (la muttawa, polizia religiosa), colpisce soprattutto gli otto milioni di lavoratori stranieri, in prevalenza asiatici, presenti ad oggi nel Paese. "Gli immigrati sorpresi ad infrangere tale osservanza saranno privati del proprio permesso di lavoro ed espulsi - spiega il ministero - saranno le stesse aziende a dover avvertire i propri dipendenti".
In Arabia Saudita, cuore dell'islam sunnita, vige ancora una stretta osservanza della sharia. Nonostante Re Abdullah, al trono dal 2005, abbia tentato di avviare un timido programma di modernizzazione del Paese, l'establishment religioso, conservatore e coriaceo, gode ancora di ampi poteri e consensi all'interno della popolazione. Per l'inizio del Ramadan, intorno alla Grande moschea della Mecca saranno dispiegati oltre 30mila uomini, "per garantire tranquillità e sicurezza agli ospiti di Dio". Il ministero degli Interni ha poi dato disposizioni alla polizia religiosa, la muttawa, di intensificare i controlli per le strade.
Riyadh (AsiaNews) - Reclusione, frustate o espulsione dal regno per chi sarà sorpreso in pubblico a mangiare, bere, fumare o fare uso di gomme da masticare nelle ore diurne del Ramadan. Un comunicato rilasciato dal ministero degli Interni alla vigilia del mese sacro - che in Arabia Saudita ha inizio oggi - impone una stretta osservanza a musulmani e non, pena sanzioni severissime. Secondo la tradizione islamica, il mese del Ramadan commemora la rivelazione di Allah a Maometto dei primi versetti del Corano. Ogni persona che ha superato la pubertà, ed è in condizioni di salute, è obbligata a osservare il digiuno dall'alba al tramonto. Il rispetto di tali regole rappresenta uno dei 5 pilastri dell'islam, nonché dovere fondamentale di ogni musulmano. Il Ramadan, in quanto mese di preghiera, è inoltre spesso associato ad iniziative di pace e carità.
Il provvedimento, varato dal ministro degli Interni e confermato da fonti della commissione per la Promozione della virtù e la Prevenzione del vizio (la muttawa, polizia religiosa), colpisce soprattutto gli otto milioni di lavoratori stranieri, in prevalenza asiatici, presenti ad oggi nel Paese. "Gli immigrati sorpresi ad infrangere tale osservanza saranno privati del proprio permesso di lavoro ed espulsi - spiega il ministero - saranno le stesse aziende a dover avvertire i propri dipendenti".
In Arabia Saudita, cuore dell'islam sunnita, vige ancora una stretta osservanza della sharia. Nonostante Re Abdullah, al trono dal 2005, abbia tentato di avviare un timido programma di modernizzazione del Paese, l'establishment religioso, conservatore e coriaceo, gode ancora di ampi poteri e consensi all'interno della popolazione. Per l'inizio del Ramadan, intorno alla Grande moschea della Mecca saranno dispiegati oltre 30mila uomini, "per garantire tranquillità e sicurezza agli ospiti di Dio". Il ministero degli Interni ha poi dato disposizioni alla polizia religiosa, la muttawa, di intensificare i controlli per le strade.
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