Le Nazioni Unite hanno accettato l’invito del governo siriano a “consultazioni” sul presunto utilizzo di armi chimiche nel conflitto.
Misna - Lo ha riferito un portavoce del Palazzo di Vetro, Martin Nesirky, precisando che Ake Sellstrom, scienziato svedese nominato a marzo dall’Onu per dirigere una missione d’inchiesta sulle armi chimiche in Siria e Angela Kane, alto rappresentante per il disarmo, si recheranno in data da stabilire a Damasco. Obiettivo, “terminare le consultazioni sulle modalità di cooperazione richieste” per un’eventuale missione sul terreno degli ispettori dell’Onu.
La posizione di Damasco sulla natura e la finalità della missione del’Onu non è tuttavia cambiata, come ha ricordato, annunciando l’invito, l’ambasciatore di Damasco al Palazzo di Vetro, Bachar Jaafari. Il governo vuole che l’inchiesta si concentri su un episodio attribuito all’opposizione, l’utilizzo di gas sarin in occasione di un attacco avvenuto il 19 marzo nella zona di Aleppo, ma continua a respingere accuse analoghe a carico delle forze lealiste avanzate da Francia e Gran Bretagna.
All’episodio di Aleppo ha fatto riferimento ieri anche l’Esercito siriano libero (Asl), respingendo le accuse della Russia che afferma di avere le prove che i ribelli abbiano usato gas sarin. Un alto esponente dell’Asl, Louay Moqdad, ha ribattuto, sostenendo che oltre 10 paesi avrebbero “prove tangibili” che Damasco avrebbe utilizzato armi chimiche contro i civili in almeno 15 diverse località.
Intanto dalla Coalizione nazionale dell’opposizione è giunta l’esortazione alla comunità internazionale affinché faccia pressione su Bashar al-Assad perché accetti una tregua per il Ramadan a Homs: simbolo della rivolta contro il governo, da quasi due settimane la città è al centro di una massiccia offensiva lealista per riconquistare postazioni dei ribelli, tra le sofferenze della popolazione civile.
Misna - Lo ha riferito un portavoce del Palazzo di Vetro, Martin Nesirky, precisando che Ake Sellstrom, scienziato svedese nominato a marzo dall’Onu per dirigere una missione d’inchiesta sulle armi chimiche in Siria e Angela Kane, alto rappresentante per il disarmo, si recheranno in data da stabilire a Damasco. Obiettivo, “terminare le consultazioni sulle modalità di cooperazione richieste” per un’eventuale missione sul terreno degli ispettori dell’Onu.
La posizione di Damasco sulla natura e la finalità della missione del’Onu non è tuttavia cambiata, come ha ricordato, annunciando l’invito, l’ambasciatore di Damasco al Palazzo di Vetro, Bachar Jaafari. Il governo vuole che l’inchiesta si concentri su un episodio attribuito all’opposizione, l’utilizzo di gas sarin in occasione di un attacco avvenuto il 19 marzo nella zona di Aleppo, ma continua a respingere accuse analoghe a carico delle forze lealiste avanzate da Francia e Gran Bretagna.
All’episodio di Aleppo ha fatto riferimento ieri anche l’Esercito siriano libero (Asl), respingendo le accuse della Russia che afferma di avere le prove che i ribelli abbiano usato gas sarin. Un alto esponente dell’Asl, Louay Moqdad, ha ribattuto, sostenendo che oltre 10 paesi avrebbero “prove tangibili” che Damasco avrebbe utilizzato armi chimiche contro i civili in almeno 15 diverse località.
Intanto dalla Coalizione nazionale dell’opposizione è giunta l’esortazione alla comunità internazionale affinché faccia pressione su Bashar al-Assad perché accetti una tregua per il Ramadan a Homs: simbolo della rivolta contro il governo, da quasi due settimane la città è al centro di una massiccia offensiva lealista per riconquistare postazioni dei ribelli, tra le sofferenze della popolazione civile.
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