Nel cuore dell’Emilia Romagna colpita dal terremoto del 2012 arriva la musica, con un messaggio di riconciliazione e di vicinanza.
Radio Vaticana - Questa sera infatti nella piazza centrale di Mirandola farà tappa il Ravenna Festival- Le vie dell’Amicizia- con il Concerto dell’Amicizia. Sul podio il M° Riccardo Muti guiderà l’Orchestra giovanile italiana e l’Orchestra Cherubini, insieme alle scuole e ai musicisti di tutta la regione. In programma arie, cori e sinfonie di Giuseppe Verdi : “è un invito a non rassegnarsi mai alla disperazione” spiega Cristina Muti, direttrice del Ravenna Festival, al microfono di Gabriella Ceraso: ascolta
R. - In questa situazione di terremoto e di gravi danni, il popolo emiliano romagnolo, abituato a rimboccarsi le maniche, ha fatto vedere di che pasta è fatto.
D. - Voi andate per dare voce a questo territorio e anche per rispecchiare lo spirito che bisogna incarnare in determinate situazioni, cioè quello della fratellanza, della vicinanza…
R. - Lo spirito è proprio quello perché non è che andiamo a ritirare su le case, andiamo per un abbraccio, come dire: siete stati coraggiosi, continuate ad essere un filo conduttore di una società con l’esempio che date. Siamo qui con voi perché non dimentichiamo che insieme all’Orchestra Cherubini ci sarà anche un’Orchestra Giovanile italiana, ci saranno soprattutto circa 300 persone tra cantanti e strumentisti che vengono da quelle terre, Mirandola, Modena, San Prospero, si uniscono sul palcoscenico, come del resto abbiamo fatto anche in altri luoghi, Gerusalemme, Nairobi, Yerevan, Damasco, perché il canto e la musica uniscono senza bisogno di troppe parole.
D. - Il programma non è casuale, Riccardo Muti ha scelto pagine verdiane, potremmo dire un po’ mirate per l’occasione, emergono coraggio, attaccamento alla terra, orgoglio: sono questi i valori che vorrete far emergere?
R. - Sì, la coincidenza ha voluto che questa volta sia stato proprio il popolo verdiano - lo chiamo così, “popolo verdiano”, nel senso delle terre verdiane - ad essere stato colpito ma è un canto per tutti, perché è un canto che si rivolge ai valori base della coscienza dell’uomo.
D. - C’è stata una frase che vi ha colpito scritta su un container, proprio a Mirandola: “barcolliamo ma non molliamo” : si potrebbe estendere anche a tutto il popolo italiano in questo momento non facile?
R. - Lì si barcolla anche per le scosse di un terremoto, ma anche il terremoto che ti fa dubitare del futuro di una nazione è preoccupante e pericoloso. Quindi, sì, è proprio nel momento in cui ci si sente più fragili che bisogna dar vita a tutte le energie possibili.
Radio Vaticana - Questa sera infatti nella piazza centrale di Mirandola farà tappa il Ravenna Festival- Le vie dell’Amicizia- con il Concerto dell’Amicizia. Sul podio il M° Riccardo Muti guiderà l’Orchestra giovanile italiana e l’Orchestra Cherubini, insieme alle scuole e ai musicisti di tutta la regione. In programma arie, cori e sinfonie di Giuseppe Verdi : “è un invito a non rassegnarsi mai alla disperazione” spiega Cristina Muti, direttrice del Ravenna Festival, al microfono di Gabriella Ceraso: ascolta
R. - In questa situazione di terremoto e di gravi danni, il popolo emiliano romagnolo, abituato a rimboccarsi le maniche, ha fatto vedere di che pasta è fatto.
D. - Voi andate per dare voce a questo territorio e anche per rispecchiare lo spirito che bisogna incarnare in determinate situazioni, cioè quello della fratellanza, della vicinanza…
R. - Lo spirito è proprio quello perché non è che andiamo a ritirare su le case, andiamo per un abbraccio, come dire: siete stati coraggiosi, continuate ad essere un filo conduttore di una società con l’esempio che date. Siamo qui con voi perché non dimentichiamo che insieme all’Orchestra Cherubini ci sarà anche un’Orchestra Giovanile italiana, ci saranno soprattutto circa 300 persone tra cantanti e strumentisti che vengono da quelle terre, Mirandola, Modena, San Prospero, si uniscono sul palcoscenico, come del resto abbiamo fatto anche in altri luoghi, Gerusalemme, Nairobi, Yerevan, Damasco, perché il canto e la musica uniscono senza bisogno di troppe parole.
D. - Il programma non è casuale, Riccardo Muti ha scelto pagine verdiane, potremmo dire un po’ mirate per l’occasione, emergono coraggio, attaccamento alla terra, orgoglio: sono questi i valori che vorrete far emergere?
R. - Sì, la coincidenza ha voluto che questa volta sia stato proprio il popolo verdiano - lo chiamo così, “popolo verdiano”, nel senso delle terre verdiane - ad essere stato colpito ma è un canto per tutti, perché è un canto che si rivolge ai valori base della coscienza dell’uomo.
D. - C’è stata una frase che vi ha colpito scritta su un container, proprio a Mirandola: “barcolliamo ma non molliamo” : si potrebbe estendere anche a tutto il popolo italiano in questo momento non facile?
R. - Lì si barcolla anche per le scosse di un terremoto, ma anche il terremoto che ti fa dubitare del futuro di una nazione è preoccupante e pericoloso. Quindi, sì, è proprio nel momento in cui ci si sente più fragili che bisogna dar vita a tutte le energie possibili.
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