L’ennesima tragedia legata al gioco d’azzardo, il suicidio di un 19enne di Ischia che, dopo aver perso tutti i suoi risparmi, non ha avuto il coraggio di rivelarlo alla famiglia, ha riacceso i riflettori sul dramma della ludopatia in Italia. Si abbassa sempre di più l’età della dipendenza: il 45% degli studenti tra i 14 e i 19 anni dichiara di aver giocato almeno una volta. Fa il punto sulla situazione, Roberta Barbi: ascolta
Radio Vaticana - “Una piaga sociale” contro la quale si deve intervenire con urgenza, sia sotto il profilo della normativa sia sotto il profilo della prevenzione: questo il commento del viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico, appresa la notizia dell’ultima, giovanissima vittima del gioco d’azzardo. In effetti le vittime della ludopatia in Italia sono sempre più giovani, come sottolinea la ricerca Espad condotta nel 2012 dall’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa e coordinata dalla dott.ssa Sabrina Molinaro:
“Stiamo parlando di un milione di studenti: è un numero importante. Ci sono dei luoghi dove questi giocatori si trovano più facilmente, che sono le sale bingo, i circoli ricreativi. C’è, comunque, anche una parte di giocatori che gioca on line come, appunto, il ragazzo di Ischia: era un giocatore on line a quanto mi risulta”.
C’è da dire, però, che se sono 630 mila i minorenni che, nel 2012, hanno speso almeno un euro giocando, solo il 7% risulta problematico e il 12% è considerato a rischio dipendenza, soprattutto i maschi. Si gioca di più al Sud - il 52% - e il triste primato spetta alla Calabria, anche in Campania il fenomeno è diffuso, tanto che il Codacons ha presentato una denuncia alla Procura di Napoli chiedendo di aprire un’inchiesta sulle sale videolottery della regione, dietro le quali ci sarebbe un enorme giro d’affari gestito da organizzazioni criminali. Ma il maggiore incremento di giocatori – ben il 10% - si registra al nord; l’assessorato al Territorio della Regione Lombardia ha avanzato in merito una doppia proposta all’insegna della tolleranza zero: una normativa locale sull’apertura delle sale con la creazione del marchio "slot free" per i gestori virtuosi, e una proposta di legge al Parlamento sulla regolamentazione degli orari, compresi quelli dei server perché i dati mostrano che il dilagare del gioco su Internet rende la ludopatia ancora più pericolosa, poiché in grado di svilupparsi tra le mura di casa. L’ansia per la crisi economica e le difficoltà di arrivare a fine mese, poi, purtroppo fanno il resto.
Radio Vaticana - “Una piaga sociale” contro la quale si deve intervenire con urgenza, sia sotto il profilo della normativa sia sotto il profilo della prevenzione: questo il commento del viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico, appresa la notizia dell’ultima, giovanissima vittima del gioco d’azzardo. In effetti le vittime della ludopatia in Italia sono sempre più giovani, come sottolinea la ricerca Espad condotta nel 2012 dall’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa e coordinata dalla dott.ssa Sabrina Molinaro:
“Stiamo parlando di un milione di studenti: è un numero importante. Ci sono dei luoghi dove questi giocatori si trovano più facilmente, che sono le sale bingo, i circoli ricreativi. C’è, comunque, anche una parte di giocatori che gioca on line come, appunto, il ragazzo di Ischia: era un giocatore on line a quanto mi risulta”.
C’è da dire, però, che se sono 630 mila i minorenni che, nel 2012, hanno speso almeno un euro giocando, solo il 7% risulta problematico e il 12% è considerato a rischio dipendenza, soprattutto i maschi. Si gioca di più al Sud - il 52% - e il triste primato spetta alla Calabria, anche in Campania il fenomeno è diffuso, tanto che il Codacons ha presentato una denuncia alla Procura di Napoli chiedendo di aprire un’inchiesta sulle sale videolottery della regione, dietro le quali ci sarebbe un enorme giro d’affari gestito da organizzazioni criminali. Ma il maggiore incremento di giocatori – ben il 10% - si registra al nord; l’assessorato al Territorio della Regione Lombardia ha avanzato in merito una doppia proposta all’insegna della tolleranza zero: una normativa locale sull’apertura delle sale con la creazione del marchio "slot free" per i gestori virtuosi, e una proposta di legge al Parlamento sulla regolamentazione degli orari, compresi quelli dei server perché i dati mostrano che il dilagare del gioco su Internet rende la ludopatia ancora più pericolosa, poiché in grado di svilupparsi tra le mura di casa. L’ansia per la crisi economica e le difficoltà di arrivare a fine mese, poi, purtroppo fanno il resto.
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