Il fotoreporter appena liberato elogia l'impegno del consolato italiano in Turchia
E' atterrato in Italia, all'aeroporto milanese della Malpensa, ed è in viaggio in auto con i familiari verso la sua cittadina di San Giovanni Lupatoto (Verona), il fotoreporter Mattia Cacciatori, rilasciato dalla polizia turca dopo essere stato fermato sabato scorso mentre riprendeva le proteste di Gezi Park a Istanbul. "Spero nel mio piccolo di essere stato un esempio a difesa della libertà di stampa", ha detto il giovane fotoreporter.
Cacciatori loda l'opera del consolato italiano ha detto che ''è stato fantastico''.''Mi inchino davanti al loro operato. Sono stati bravissimi e gentili. Non mi aspettavo di essere fermato. Stavo scattando delle foto, c'era il fumo dei lacrimogeni e la mia maschera non teneva più. Mi sono spostato e mi hanno bloccato, messo contro un muro. Non c'è stato nulla da fare e mi hanno trattenuto per due giorni e mezzo. Per loro ero un contestatore e c'è voluto del tempo per far capire che ero lì per fare foto''. ''Alla fine - rileva - non mi hanno contestato nulla, non c'era nessuna possibile incriminazione da farmi ma il risultato è che adesso devo uscire dal Paese. Credo che non potrò tornarci per un anno. Ci sono comunque tanti altri Paesi dove posso andare a fotografare quanto sta avvenendo''.
Cacciatori loda l'opera del consolato italiano ha detto che ''è stato fantastico''.''Mi inchino davanti al loro operato. Sono stati bravissimi e gentili. Non mi aspettavo di essere fermato. Stavo scattando delle foto, c'era il fumo dei lacrimogeni e la mia maschera non teneva più. Mi sono spostato e mi hanno bloccato, messo contro un muro. Non c'è stato nulla da fare e mi hanno trattenuto per due giorni e mezzo. Per loro ero un contestatore e c'è voluto del tempo per far capire che ero lì per fare foto''. ''Alla fine - rileva - non mi hanno contestato nulla, non c'era nessuna possibile incriminazione da farmi ma il risultato è che adesso devo uscire dal Paese. Credo che non potrò tornarci per un anno. Ci sono comunque tanti altri Paesi dove posso andare a fotografare quanto sta avvenendo''.
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