mercoledì, luglio 17, 2013
È stata presentata stamani, dal direttore della Sala stampa vaticana p. Federico Lombardi, la prima Giornata mondiale della gioventù di papa Francesco, in programma dal 22 al 29 luglio in Brasile. 

di Elisabetta Lo Iacono 

Una tabella di marcia molto serrata e impegnativa, al netto dei fuori programma che il papa è sempre pronto a regalare in ogni suo incontro con la gente. Perché è proprio questo l'elemento imponderabile, ovvero la "reazione" del papa dinanzi alla moltitudine di giovani che, da ogni parte del mondo, si stanno riversando su Rio de Janeiro per la XXVIII Giornata mondiale della gioventù, istituita da Giovanni Paolo II a metà degli anni Ottanta.

Un appuntamento che Francesco si è trovato in agenda dopo la rinuncia al pontificato di Benedetto XVI che, salutando i giovani a Madrid nell'agosto di due anni fa, annunciò la sede di questo nuovo raduno. Un'eredità lasciata dal predecessore, proprio come avvenne con papa Ratzinger che, nell'estate del 2005 a quattro mesi dalla morte di Wojtyla, presiedette l'appuntamento di Colonia. Un battesimo con i giovani che avvenne nella sua terra, come del resto succederà anche a papa Bergoglio, di casa in America Latina.

Francesco è il terzo pontefice ad andare in Brasile dopo Giovanni Paolo II e Benedetto XVI per quella che si preannuncia una grande festa di fede. Difficile una previsione sulle presenze, di fatto nella storia della GMG il raduno più partecipato fu quello del 1995 a Manila dove si ritrovarono circa cinque milioni di giovani. Gli spazi non mancheranno e la grande area del "Campus fidei" a Guaratiba è pronta a ospitare, per la veglia di preghiera del sabato e la messa della mattina seguente, sino a un paio di milioni di persone.

Ma prima di questo atteso momento, di fatto conclusivo della settimana brasiliana, papa Bergoglio ha in programma numerosi incontri con le istituzioni locali, con i rappresentanti del clero latino-americano, con i volontari, compreso l'atteso pellegrinaggio - mercoledì 24 - al santuario di Aparecida dove è venerata la Madonna nera che fu trovata in mare e recuperata a pezzi da alcuni pescatori, dando avvio a una diffusa e intensa venerazione.

Al di là dei singoli impegni e della rilevanza a carattere istituzionale e religioso, il viaggio di papa Francesco è caratterizzato da quelli che sono le sensibilità dimostrate, in questi quattro mesi di pontificato, per quelle che definiamo spesso con quel brutto termine di "categorie deboli". Soggetti che le società hanno spinto ai margini della vita relazionale e sulle quali il papa argentino sta riversando tutto il suo affetto e considerazione.

Non a caso nel pomeriggio di mercoledì visiterà i degenti dell'ospedale São Francisco de Assis na Providência de Deus dell'Ordine Terziario francescano, dove trovano cura soprattutto giovani, indigenti e persone con dipendenza da alcol e droghe. L'attenzione ai poveri, peraltro manifestata a poche ore dall'elezione con la frase "Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri", si concretizzerà con la visita alla comunità di Varginha, una favela di Rio de Janeiro dove il papa benedirà l'altare della chiesa e, spostandosi a piedi, entrerà in una abitazione per intrattenersi con una famiglia. L'attenzione ai giovani carcerati, con la visita alla casa circondariale di Casal del Marmo a Roma, si proietterà oltre oceano con l'incontro con un gruppetto di giovani detenuti.

E poi i bagni di folla, imprevedibili come sempre, come un'altra delle particolarità di papa Francesco che, di certo, impegna a dismisura il servizio di sicurezza. Il papa si immergerà tra la gente a bordo della sua jeep bianca, già arrivata a Rio, senza utilizzare la papamobile blindata che, per ovvi motivi di sicurezza, era stata sinora usata come mezzo di trasporto in presenza di grandi folle. Ma papa Francesco è anche questo: il contatto con la gente e con quelle migliaia e migliaia di giovani deve essere diretto, senza alcun ostacolo agli abbracci.


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