giovedì, agosto 01, 2013
Tre bambini su dieci e almeno 270.000 lavoratori in età adulta sono “fisicamente colpiti” dalla fame: è questo, secondo un rapporto stilato dal governo di Mbabane col sostegno del Programma alimentare mondiale (Wfp), il costo umano della difficile situazione alimentare in Swaziland. Numeri alla mano, malnutrizione e fame a medio lungo termine fanno perdere ogni anno al piccolo regno dell’Africa australe circa il 3,1% del prodotto interno loro, pari a 92 milioni di dollari.

Misna - Tuttavia, “i costi reali si manifestano nei settori della salute e dell’istruzione: i bambini sono meno attenti e bravi a scuola, ma non solo. Anche il loro quoziente intellettuale si sta riducendo e studiano ben al di sotto delle proprie capacità con successive ripercussioni sui livelli di produttività nazionale” ha detto Lonkhululeko Magagula, economista e dirigente presso il ministero della Pianificazione. Come conseguenza diretta della fame, il 12% dei bambini viene rimandato a scuola . In età adulta è il 40% dei lavoratori che patisce per la malnutrizione cronica subita durante l’infanzia: ogni anno circa 37 milioni di ore lavorative vengono perse a causa di patologie o morti legate alla fame. Secondo lo stesso studio la fame colpisce ben 46.000 bambini su 156.000 di meno di cinque anni e tre neonati su cinque nei primi due anni di vita. Ad aggravare ulteriormente una situazione già difficile è l’intervento carente dello Stato: il 69% della malnutrizione infantile non viene curata. Per il Wfp, il 40% della popolazione (1,2 milioni di abitanti) dello Swaziland vive con meno di 1,25 dollaro al giorno. “Come governo dobbiamo capire come far fronte a fame e malnutrizione. Un prossimo passo sarà quello di dare assistenza alle donne incinte” ha detto Magagula.

Negli ultimi mesi lo Swaziland, ultima monarchia assoluta in Africa che vede al potere il re Mswati III, è stato il teatro di manifestazioni indette da forze di opposizione e organizzazioni della società civile per denunciare la mancanza di libertà di espressione e chiedere democrazia. Lo scorso anno sono stati dispersi con la forza scioperi e proteste politico-sociali che hanno visto scendere in piazza anche insegnanti e infermiere contro gli sprechi dello Stato e per rivendicare maggiore impegno nella lotta alla povertà. Nonostante le recenti contestazioni e l’annuncio di boicottaggio dell’opposizione, elezioni legislative sono in agenda tra agosto e settembre.

È presente 1 commento

Unknown ha detto...

viviamo in un mondo di egoismo.

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