lunedì, agosto 12, 2013
La vita umana deve essere sempre difesa, sin dal concepimento: è quanto afferma Papa Francesco in un Messaggio in occasione della Settimana nazionale della famiglia, che si è aperta ieri in Brasile. L’evento è promosso della Conferenza episcopale locale, sul tema “Trasmissione ed educazione delle fede cristiana nella famiglia”. I vescovi, brasiliani, richiamando il documento di Aparecida, ricordano - in una nota - che la famiglia “è uno dei tesori più importanti dell’America Latina ed è patrimonio dell’umanità intera”. Il servizio di Sergio Centofanti. 

Radio Vaticana - “Care famiglie brasiliane”: così comincia il Messaggio di Papa Francesco che sottolinea come conservi ancora “vive nel cuore le gioie ricevute" durante il suo viaggio in Brasile per la Gmg. Il Papa incoraggia i genitori nella “missione nobile ed esigente di essere i primi collaboratori di Dio nell’orientamento fondamentale dell’esistenza e nella garanzia di un buon futuro. Per questo – spiega - è importante che ‘i genitori coltivino pratiche comuni di fede nella famiglia, che accompagnino la maturazione della fede dei figli’. (Lumen Fidei, 53)”. I genitori – prosegue il Messaggio – “sono chiamati a trasmettere con le parole e soprattutto con le loro opere, le verità fondamentali sulla vita e l’amore umano, che ricevono una nuova luce dalla Rivelazione di Dio”.

“In particolare, di fronte alla cultura dello scarto, che relativizza il valore della vita umana – sottolinea Papa Francesco - i genitori sono chiamati a trasmettere ai loro figli la consapevolezza che essa deve essere sempre difesa, sin dal grembo materno, riconoscendovi un dono di Dio e garanzia del futuro dell’umanità, ma anche nella cura degli anziani, specialmente dei nonni, che sono la memoria viva di un popolo e trasmettono la saggezza della vita”.

Infine, invocando l’intercessione di Nostra Signora di Aparecida, il Papa auspica che le famiglie possano essere “le più convincenti testimoni della bellezza dell’amore sostenuto e alimentato dalla fede”. Cristiane Murray ha chiesto a mons. João Carlos Petrini, vescovo di Camaçari e presidente della Commissione episcopale brasiliana per la vita e la famiglia, come i vescovi del Paese stiano affrontando le problematiche familiari: R. – La realtà ci costringe ad affrontare questa situazione, cioè: la mamma che lavora fuori di casa, il papà che lavora fuori di casa; quando rientrano, alla sera, hanno mille cose da fare e noi vediamo che le nuove generazioni sono lasciate un po’ da parte per quanto riguarda l’educazione alla fede. L’educazione religiosa non è una lezioncina che si impara a scuola, che si fa alla scuola di catechismo oppure alla scuola cattolica; ma è proprio qualcosa che avviene nella convivenza familiare: un momento di preghiera prima di mangiare, un momento di preghiera all’inizio della giornata, un momento di preghiera alla fine della giornata, prepararsi insieme la domenica mattina per andare a Messa, partecipare cioè insieme a questi gesti di fede quando i bambini a tre, quattro o cinque anni hanno la capacità di comprendere – anche se in maniera molto semplificata e semplice – che c’è qualcosa di grande che è molto importante per il papà e per la mamma … Ecco, la Chiesa in Brasile si è impegnata molto, in questi ultimi anni.

Perché? Perché comprendiamo che le nuove generazioni, se non sono alimentate da questa luce, che è Cristo, e da questa saggezza che viene dal Vangelo, facilmente si perdono. Quanti giovani perdono la direzione giusta della vita verso la maturità, e si perdono dietro alle droghe, all’alcol, alla violenza e alla delinquenza … E allora, incontrare il Signore Gesù e attaccarsi al Vangelo e quindi anche ad una comunità concreta, sono le forme attraverso le quali la salvezza di Dio raggiunge le persone. E’ proprio questo che dobbiamo recuperare, perché la famiglia ritrovi tutta la bellezza e la gioia di essere famiglia cristiana in questo mondo.

D. – Qualche settimana fa, il Papa è stato in Brasile per una visita indimenticabile in occasione della Giornata mondiale della gioventù: il Papa in mezzo ai giovani, in mezzo al popolo, in mezzo alle famiglie. Che stimolo può rappresentare questa visita per la questione familiare? R. – Veramente, la figura di Papa Francesco ha colpito moltissimo tante persone, e poi è stato seguito attentamente anche da persone di altre religioni; allora, questo veramente crea un clima molto favorevole. Io ho molta speranza che sia il mondo giovanile si fortifichi, come frutto di questa visita di Papa Francesco al Brasile, ma anche che le famiglie possano ritrovare la semplicità del rapporto con Dio come una fonte inesauribile di vittoria sulle difficoltà di ogni giorno, perché è inevitabile che persone che condividono la vita nella stessa casa, sotto lo stesso tetto, trovino difficoltà, facciano l’esperienza di attriti, di punti di vista contrastanti …

Ma se tutto questo è abbracciato da Gesù Cristo, perché sono persone che pregano al mattino e alla sera, sono persone che vanno insieme a Messa, certamente potranno superare tutto questo. Ma da dove viene questo? Dal fatto che riscopriamo come Gesù dona a noi la sua vita fino al sacrificio della croce. E la visita di Papa Francesco al Brasile ha lasciato segni profondissimi, proprio per lo stile di semplicità: ha conquistato tutti. E allora, io spero che noi possiamo essere capaci di valorizzare, di mettere a frutto questo dono che il Signore ci ha fatto con la visita del Santo Padre, perché è diventato per tutti un grande segno di Dio che ci è vicino. Allora, non possiamo perdere questo!

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