In cinque giorni il bilancio delle vittime è salito a oltre 800 morti e migliaia di feriti, secondo fonti del ministero della Salute.
Misna - “Ci è stato dato il mandato pubblico di fare fronte a un potenziale terrorismo e abbiamo agito di conseguenza… siamo interessati a non versare sangue, ma loro lo sono?”: così il capo delle forze armate, generale Abdel Fattah El-Sisi, è intervenuto ieri parlando per la prima volta dopo l’inizio, il 14 agosto, delle gravi violenze innescate dall’intervento delle forze di sicurezza per disperdere i raduni dei sostenitori del presidente deposto Mohamed Morsi.
“Quando le forze di polizia e dell’esercito sono attaccate da cecchini appostati sui tetti dei palazzo, come vi aspettate che reagiscano?” ha proseguito El-Sisi riferendosi alle sanguinose operazioni condotte contro i sit-in dei pro-Morsi al Cairo. Il generale ha quindi ribadito che l’estromissione di Morsi, il 3 luglio, è stata motivata dalla necessità di garantire la “sicurezza nazionale”, sostenendo inoltre che non c’è l’intenzione “di escludere nessuno” dal processo politico.
L’edizione on-line del quotidiano Ahram riferisce oggi che un comitato tecnico di 10 membri, costituito l’8 luglio e guidato dal consulente legale del presidente ad interim Adly Mansour, Ali Awad, ha quasi finito il suo compito, ovvero apportare “cambiamenti sostanziali alla Costituzione del 2012 promossa dagli islamisti”. Secondo Awad, i lavori termineranno formalmente oggi e il nuovo progetto di Costituzione, che costituirà l’asse portante della cosiddetta ‘road map’, dovrebbe essere presentato già mercoledì.
Sul terreno, nuove vittime si sono contate anche nella serata di ieri, dopo che nuove mobilitazioni dei Fratelli Musulmani al Cairo previste in giornata sono state cancellate per “ragioni di sicurezza”. Il ministero dell’Interno ha riferito della morte di 36 esponenti della Confraternita durante quello che ha definito un tentativo di fuga avevnuto durante il loro trasferimento verso la prigione di Abu Zaabal, al Cairo. Per il fronte pro-Morsi le vittime sarebbero 52. In serata si è tra l’altro appreso che Mohamed El Baradei, dimessosi da vice-presidente ad interim dopo le violenze del 14 agosto, ha lasciato l’Egitto per recarsi a Vienna, dove possiede una residenza e vive parte della sua famiglia.
Il ministero dell’Interno ha nel frattempo annunciato la messa al bando dei comitati popolari, milizie di autodifesa anti-islamiste nate di recente. Una decisione “presa per proteggere i cittadini da pratiche illegali a volte commesse dai comitati” precisa Ahram. Il ministero ha anche esortato gli egiziani a rispettare il coprifuoco notturno scattato dalla sera di mercoledì scorso in 14 province con l’entrata in vigore dello stato d’emergenza.
È di poco fa la notizia di nuove violenze, questa volte nella penisola del Sinai: secondo le prime informazioni uomini armati hanno attaccato stamani due minibus con a bordo un gruppo di poliziotti in licenza, vestiti in abiti civili, uccidendone 25.
Misna - “Ci è stato dato il mandato pubblico di fare fronte a un potenziale terrorismo e abbiamo agito di conseguenza… siamo interessati a non versare sangue, ma loro lo sono?”: così il capo delle forze armate, generale Abdel Fattah El-Sisi, è intervenuto ieri parlando per la prima volta dopo l’inizio, il 14 agosto, delle gravi violenze innescate dall’intervento delle forze di sicurezza per disperdere i raduni dei sostenitori del presidente deposto Mohamed Morsi.
“Quando le forze di polizia e dell’esercito sono attaccate da cecchini appostati sui tetti dei palazzo, come vi aspettate che reagiscano?” ha proseguito El-Sisi riferendosi alle sanguinose operazioni condotte contro i sit-in dei pro-Morsi al Cairo. Il generale ha quindi ribadito che l’estromissione di Morsi, il 3 luglio, è stata motivata dalla necessità di garantire la “sicurezza nazionale”, sostenendo inoltre che non c’è l’intenzione “di escludere nessuno” dal processo politico.
L’edizione on-line del quotidiano Ahram riferisce oggi che un comitato tecnico di 10 membri, costituito l’8 luglio e guidato dal consulente legale del presidente ad interim Adly Mansour, Ali Awad, ha quasi finito il suo compito, ovvero apportare “cambiamenti sostanziali alla Costituzione del 2012 promossa dagli islamisti”. Secondo Awad, i lavori termineranno formalmente oggi e il nuovo progetto di Costituzione, che costituirà l’asse portante della cosiddetta ‘road map’, dovrebbe essere presentato già mercoledì.
Sul terreno, nuove vittime si sono contate anche nella serata di ieri, dopo che nuove mobilitazioni dei Fratelli Musulmani al Cairo previste in giornata sono state cancellate per “ragioni di sicurezza”. Il ministero dell’Interno ha riferito della morte di 36 esponenti della Confraternita durante quello che ha definito un tentativo di fuga avevnuto durante il loro trasferimento verso la prigione di Abu Zaabal, al Cairo. Per il fronte pro-Morsi le vittime sarebbero 52. In serata si è tra l’altro appreso che Mohamed El Baradei, dimessosi da vice-presidente ad interim dopo le violenze del 14 agosto, ha lasciato l’Egitto per recarsi a Vienna, dove possiede una residenza e vive parte della sua famiglia.
Il ministero dell’Interno ha nel frattempo annunciato la messa al bando dei comitati popolari, milizie di autodifesa anti-islamiste nate di recente. Una decisione “presa per proteggere i cittadini da pratiche illegali a volte commesse dai comitati” precisa Ahram. Il ministero ha anche esortato gli egiziani a rispettare il coprifuoco notturno scattato dalla sera di mercoledì scorso in 14 province con l’entrata in vigore dello stato d’emergenza.
È di poco fa la notizia di nuove violenze, questa volte nella penisola del Sinai: secondo le prime informazioni uomini armati hanno attaccato stamani due minibus con a bordo un gruppo di poliziotti in licenza, vestiti in abiti civili, uccidendone 25.
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