giovedì, agosto 29, 2013
Le autorità egiziane hanno disposto l’arresto di oltre 60 persone legate in vario modo all’organizzazione dei Fratelli Musulmani

Misna - Lo riferisce la stampa egiziana secondo cui gli arresti, avvenuti nelle ultime 24 ore, si aggiungono a quelli delle ultime settimane, in un clima di intransigenza crescente nei confronti della confraternita. L’ondata di arresti segue le violenze scoppiate in seguito allo sgombero dei sit-in in piazza Rabaa al Adawiya e al Nahda, al Cairo, dove la fratellanza protestava contro il colpo di stato che il 3 luglio scorso ha destituito il presidente Mohammed Morsi. Ma contro una progressiva eliminazione dei fratelli dalla scena politica si è pronunciato ieri il primo ministro Hazem al Beblawi che ha ammonito dal “costringere qualsiasi partito alla clandestinità” come il movimento ha fatto per anni sotto il governo di Hosni Mubarak.

La questione della partecipazione alla vita politica del nuovo Egitto è argomento centrale del dibattito sugli emendamenti alla nuova Costituzione che, in base alla ‘road map’ presentata dal nuovo gov
erno, sarà analizzata da un comitato di 50 persone, rappresentanti “di tutta la società”, compresi militari e forze di sicurezza, e sarà poi approvata tramite referendum.

Tra gli articoli più dibattuti, oltre a quello che prevede una messa al bando dei partiti religiosi, escludendo qualsiasi partecipazione dei Fratelli Musulmani in politica, quello relativo all’annullamento dell’interdizione dai pubblici uffici per gli uomini del Partito nazionale democratico (Ncp), per un periodo di 10 anni. Ma anche la norma che prevede che l’empeachement di un presidente possa avvenire solo attraverso il voto di un terzo del parlamento. Il timore della società civile è che – una volta approvato – l’emendamento delegittimi la piazza e le manifestazioni di protesta, indipendentemente dalla loro portata, autorizzando l’uso della forza contro i manifestanti.


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