mercoledì, agosto 21, 2013
Un tribunale penale del Cairo ha accolto oggi un appello dei legali di Hosni Mubarak che ne chiedevano la scarcerazione con la condizionale, disponendo il ritorno in libertà dell’ex rais, destituito nel febbraio 2011.  

Misna - La stessa corte – riferisce l’edizione online del quotidiano Ahram – ha tuttavia precisato che Mubarak resterà ancora trattenuto per 48 ore per dare la possibilità alla pubblica accusa di presentare, o meno, un ricorso contro il suo rilascio. Citando fonti giudiziarie coperte da anonimato, Ahram aggiunge che con ogni probabilità non saranno avanzati ricorsi contro la scarcerazione dell’ex presidente, detenuto presso l’ospedale della prigione di Tora.

Rinviato a giudizio dall’agosto 2011, Mubarak, 85 anni, aveva già ottenuto ordini di rilascio in ognuna delle cause di cui è oggetto, essendo scaduti i termini della detenzione preventiva in attesa della sentenze definitive. L’ordine di scarcerazione odierno è arrivato al termine di un’udienza per l’accusa di aver ricevuto regali dal quotidiano Ahram; soldi che di recente ha rimborsato versando l’equivalente allo Stato. Mubarak affronta al momento un nuovo processo per complicità nell’uccisione di circa 900 manifestanti durante la rivoluzione del gennaio 2011, caso per cui era stato inizialmente condannato in prima istanza all’ergastolo con una sentenza poi annullata dalla Corte di Cassazione che ha ordinato un nuovo dibattimento.

Al termine di una riunione straordinaria a Bruxelles, intanto oggi i ministri degli Esteri dell’Unione Europea hanno deciso la sospensione delle licenze di esportazione verso l’Egitto di armi ed equipaggiamenti per la sicurezza, annunciando che rivedranno anche i loro aiuti al paese nordafricano. “Abbiamo dichiarato il nostro sostegno al popolo dell’Egitto, che è un partner essenziale della Ue…Condanniamo con forza tutti gli atti di violenza e riteniamo che le azioni recentemente condotte dai militari sono state sproporzionate. Facciamo appello a tutte le parti affinché mettano fine alle violenze” ha dichiarato il capo della diplomazia dei Ventotto, Catherine Ashton.


È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

Non stavano meglio quando stavano peggio?
Non sono ancora pronti evidentemente per una vera democrazia. NN servono le armi ma i cervelli e i dialoghi.
Lucio

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