martedì, agosto 20, 2013
L’ambizioso progetto del governo giordano si propone di eliminare la scarsità d’acqua e il restringimento del “mare chiuso”. Amman:”Abbiamo la possibilità di ovviare ad entrambi i problemi senza dover trovare un accordo con Israele”. 

Amman (AsiaNews) - La Giordania stanzierà 980 milioni di dollari per garantire al Paese una fornitura di 100 milioni di metri cubi d'acqua annui. Lo ha annunciato ieri il Primo ministro, Abdullah Nsur, spiegando che "dopo anni di studi politici, economici e geologici, il governo giordano ha deciso di approvare il progetto che prevede un collegamento tra il Mar Rosso il Mar Morto". Per supplire alla scarsità d'acqua nella regione e per contrastare il restringimento del Mar Morto il governo giordano preleverà acqua marina dal Golfo di Aqaba, nel Mar Rosso settentrionale, e la trasporterà lungo il confine israeliano fino a raggiungere il "mare chiuso", dove sarà installato un impianto di desalinizzazione. "L'acqua desalinizzata sarà reindirizzata nell'area di Aqaba, mentre quella salata sarà impiegata per ingrossare la portata del Mar Morto", ha poi spiegato il premier.

Il problema della scarsità d'acqua è comune alle regioni meridionali di Israele e Giordania. In un primo tempo, i due Paesi più la Palestina si erano accordati per finanziare un acquedotto da 11 miliardi di dollari volto a rifornire il Mar Morto di acqua salata e le regioni limitrofe di acqua potabile. "L'eccessivo costo del progetto precedente ha indotto il nostro governo a optare per questa seconda opzione - ha spiegato Hazem Nasser, ministro delle Risorse idriche giordano - non abbiamo alternativa, potremo rivitalizzare il Mar Morto ottenendo acqua potabile e non avremo bisogno di trovare un accordo con Israele".

Il Primo ministro Nsur ha poi aggiunto che "le autorità giordane hanno preso in considerazione l'ipotesi di vendere acqua desalinizzata ad Israele per comprare acqua dolce ad un prezzo di tre volte inferiore dal Lago Tiberiade".

Il restringimento del Mar Morto è un fenomeno avviatosi negli anni '60, quando Siria, Israele e Giordania iniziarono a deviare il corso del fiume Giordano per soddisfare le proprie necessità di risorse idriche. Gli scienziati pronosticano che il prosciugamento del mare chiuso più salato al mondo sarà compiuto entro il 2050 e ciò comporterà gravi problemi di siccità nelle regioni desertiche di Israele e Giordania.


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