Il governo italiano non ha alcuna conferma sulla sorte del gesuita italiano padre Paolo Dall'Oglio, di cui si sono perse le tracce nell'est della Siria il mese scorso e sul cui destino si accavallano voci contrastanti. «Non ci sono conferme in nessuna direzione», ha detto il viceministro degli Esteri Marta Dassù, intervenendo a Radio Anch'io, dopo che alle indicazioni della morte del gesuita sono seguite indiscrezioni dall'opposizione siriana che Dall'Oglio sarebbe ancora in vita.
Sanfrancescopatronoditalia - Il 14 agosto l'Osservatorio siriano per i diritti umani aveva riferito che il religioso era stato ucciso da ribelli legati ad al Qaeda. Il gruppo di monitoraggio, con sede in Gran Bretagna, aveva citato attivisti locali nella città di Raqqa con stretti rapporti con il gesuita, secondo cui Dall'Oglio è stato ucciso mentre era nelle mani del gruppo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (Isil). La Farnesina, che aveva commentato quella indiscrezione, aveva parlato di una «indicazione da prendere con cautela che al momento non trova nessuna conferma». L'Osservatorio ha chiesto a tutte le forze di opposizione siriane di fare pressione sui combattenti dell'Isil perché dicano così esattamente successo al gesuita «in modo che i suoi uccisori possano essere puniti e perché consegnino il suo cadavere per la sepoltura». Già alcuni giorni fa il sito arabo Zaman Alwasl aveva scritto che Dall'Oglio era stato ucciso, attribuendone la responsabilità al regime di Assad. A sequestrare il sacerdote 58enne, stando ad alcuni attivisti, sarebbero stati membri del gruppo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante, mentre Dall'Oglio camminava per le vie di Raqqa, città conquistata nel marzo scorso dalle brigate islamiche. Le autorità siriane avevano espulso il gesuita dal Paese arabo l'anno scorso per l'aiuto che aveva prestato alle vittime della repressione militare ordinata da Assad.
Dall'Oglio ha rifondato da alcuni decenni una comunità monastica - quella di Deir Mar Musa, nota in occidente come San Mosè Abissino - in un monastero del sedicesimo secolo sulle montagne a nord di Damasco. Il religioso è stato un sostenitore della riconciliazione della miriade di sette e gruppi etnici in Siria, soprattutto i curdi e gli arabi, mentre il Paese scivolava nella guerra civile, e ha accusato pubblicamente il presidente Assad di aver provocato lo scontro confessionale. Abdelrazzaq Shlas, un leader dell'opposizione a Raqqa, ha detto che il gruppo Stato Islamico si sarebbe ritenuto offeso da alcune dichiarazioni critiche di padre Dall'Oglio contro le violenze subite da abitanti di etnia curda di Tel-Abiad, al confine con la Turchia. In un post in arabo sulla sua pagina Facebook pubblicato prima della sua scomparsa, Dall'Oglio aveva detto di considerare la Siria come la propria patria.
Dall'Oglio ha rifondato da alcuni decenni una comunità monastica - quella di Deir Mar Musa, nota in occidente come San Mosè Abissino - in un monastero del sedicesimo secolo sulle montagne a nord di Damasco. Il religioso è stato un sostenitore della riconciliazione della miriade di sette e gruppi etnici in Siria, soprattutto i curdi e gli arabi, mentre il Paese scivolava nella guerra civile, e ha accusato pubblicamente il presidente Assad di aver provocato lo scontro confessionale. Abdelrazzaq Shlas, un leader dell'opposizione a Raqqa, ha detto che il gruppo Stato Islamico si sarebbe ritenuto offeso da alcune dichiarazioni critiche di padre Dall'Oglio contro le violenze subite da abitanti di etnia curda di Tel-Abiad, al confine con la Turchia. In un post in arabo sulla sua pagina Facebook pubblicato prima della sua scomparsa, Dall'Oglio aveva detto di considerare la Siria come la propria patria.
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Assassinato dai contras come Monsignor Óscar Romero?
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