PlanetSolar termina la sua seconda spedizione scientifica. La più grande nave alimentata totalmente dal fotovoltaico è giunta in Belgio, dopo aver studiato la Corrente del Golfo.
GreenReport - È partita lo scorso 6 agosto dal Canada, St.John’s per l’esattezza, e dopo 23 giorni di navigazione nel nord dell’Oceano Atlantico, PlanetSolar – la più grande imbarcazione alimentata a energia solare già detentrice di numerosi record, è giunta in Belgio, a Oostende, terminando la sua seconda spedizione scientifica. Per 23 giorni e 4598 km ha continuato la raccolta di dati scientifici per il progetto “PlanetSonar DeepWater”. La nave infatti, da qualche mese è diventata una piattaforma scientifica dando al team di scienziati dell’Università di Ginevra la straordinaria opportunità di effettuare misurazioni fisiche e biologiche sulla Corrente del Golfo, uno dei più importanti regolatori dei climi europei e nordamericani.
A una media di 4,5 nodi di velocità, il viaggio non è stato sempre facile, stando anche al racconto del capitano Gérard d’Aboville: «Le condizioni climatiche sono state particolarmente sfavorevoli durante questa traversata. Il vento, prima durante la discesa a sud, poi la corrente e infine molto meno sole della media rispetto a questo periodo dell’anno in quell’area».
L’ultima fase della spedizione scientifica di PlanetSolar è proseguita a Oostende, da dove ripartirà domani in direzione Londra. «È una fase particolarmente interessante perché i dati saranno raccolti dalla periferia di un’area urbana. Abbiamo già osservato alcuni dati molto interessanti intorno a Boston. Non vedo l’ora di scoprire quali misurazioni saranno prese dalla capitale inglese», ha detto Jérome Kasparian, ricercatore dell’università di Ginevra e membro del comitato scientifico della spedizione. E sempre in Belgio è stata testata la rete ideata per il recupero di plastiche nell’oceano – frutto di un progetto chiamato Waste Free Oceans.
La spedizione PlanetSolar DeepWater è stata lanciata in Florida lo scorso giugno, ha coperto oltre 8.000 km utilizzando una strumentazione molto sofisticata sviluppata anche dai ricercatori ginevrini. Il gruppo di lavoro, coordinato dal prof. Martin Beniston, ha studiato alcuni parametri chiave dei meccanismi di regolazione climatica, come gli aerosol e il fitoplancton, con l’obbiettivo di comprendere meglio le complesse interazioni fra oceano e atmosfera e il ruolo che queste svolgono rispetto ai cambiamenti climatici. Agli scienziati interessava inoltre studiare da vicino il fenomeno dei vortici oceanici presenti nella Corrente del Golfo e la loro influenza sugli scambi termici con l’atmosfera.
Quest’ultima spedizione è stata per PlanetSolar particolarmente importante perché ha permesso di testare alcune modifiche. Per esempio il sistema di propulsione, prima posizionato in superficie, è stato sostituito con un sistema totalmente immerso. Il team era composto, oltre che dal capitano d’Aboville, dal suo secondo Brieuc Delbot, dall’ingegnere elettrico Antoine Simon e dai marinai Hugo Buratti e Vincent Brunet.
di Cinzia Colosimo
A una media di 4,5 nodi di velocità, il viaggio non è stato sempre facile, stando anche al racconto del capitano Gérard d’Aboville: «Le condizioni climatiche sono state particolarmente sfavorevoli durante questa traversata. Il vento, prima durante la discesa a sud, poi la corrente e infine molto meno sole della media rispetto a questo periodo dell’anno in quell’area».
L’ultima fase della spedizione scientifica di PlanetSolar è proseguita a Oostende, da dove ripartirà domani in direzione Londra. «È una fase particolarmente interessante perché i dati saranno raccolti dalla periferia di un’area urbana. Abbiamo già osservato alcuni dati molto interessanti intorno a Boston. Non vedo l’ora di scoprire quali misurazioni saranno prese dalla capitale inglese», ha detto Jérome Kasparian, ricercatore dell’università di Ginevra e membro del comitato scientifico della spedizione. E sempre in Belgio è stata testata la rete ideata per il recupero di plastiche nell’oceano – frutto di un progetto chiamato Waste Free Oceans.
La spedizione PlanetSolar DeepWater è stata lanciata in Florida lo scorso giugno, ha coperto oltre 8.000 km utilizzando una strumentazione molto sofisticata sviluppata anche dai ricercatori ginevrini. Il gruppo di lavoro, coordinato dal prof. Martin Beniston, ha studiato alcuni parametri chiave dei meccanismi di regolazione climatica, come gli aerosol e il fitoplancton, con l’obbiettivo di comprendere meglio le complesse interazioni fra oceano e atmosfera e il ruolo che queste svolgono rispetto ai cambiamenti climatici. Agli scienziati interessava inoltre studiare da vicino il fenomeno dei vortici oceanici presenti nella Corrente del Golfo e la loro influenza sugli scambi termici con l’atmosfera.
Quest’ultima spedizione è stata per PlanetSolar particolarmente importante perché ha permesso di testare alcune modifiche. Per esempio il sistema di propulsione, prima posizionato in superficie, è stato sostituito con un sistema totalmente immerso. Il team era composto, oltre che dal capitano d’Aboville, dal suo secondo Brieuc Delbot, dall’ingegnere elettrico Antoine Simon e dai marinai Hugo Buratti e Vincent Brunet.
di Cinzia Colosimo
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