I dati Istat dipingono un commercio già alle corde. Negozianti e consumatori: ‘Errore gravissimo’.
Nel giorno dell'Imu, un ''eloquente silenzio'' della politica sull'Iva fa tremare i commercianti che vedono incombere l'aumento dell'imposta previsto per il primo ottobre. Sarebbe un ''errore gravissimo'' del governo, ''una follia'', una mossa ''impensabile'', attaccano le associazioni dei negozianti e dei consumatori, tanto più dopo gli ultimi dati Istat che hanno mostrato a giugno il dodicesimo calo delle vendite al dettaglio consecutivo con un -3% rispetto al 2012.
Con l'aumento dell'Iva dal 21 al 22%, stima Confesercenti, sarebbero a rischio altri 3 miliardi di consumi mentre per l'erario la scelta potrebbe rivelarsi controproducente, con un calo del gettito di 300-400 milioni a causa della contrazione delle ve
ndite di un altro punto percentuale. ''Se il Governo non vuole fare il curatore fallimentare di migliaia di esercizi di vicinato eviti ogni aumento dell'Iva'', afferma l'associazione un una nota. ''La questione della sterilizzazione dell'aumento sembra accantonata - prosegue il testo - e sarebbe davvero un gravissimo errore: il silenzio politico sembra però eloquente se si pensa che si stanno cercando nuove entrate per l'Imu''.
E' sulla stessa linea l'ufficio studi di Confcommercio, che giudica ''prioritario ed imprescindibile evitare definitivamente l'aumento dell'Iva dal 21 al 22%''. ''Sarebbe peraltro impensabile ricorrere a tale aumento per cercare le risorse necessarie all'eliminazione dell'Imu, perché di tutto c’è bisogno fuorchè di un aumento di imposizione fiscale che stroncherebbe sul nascere qualsiasi possibilità di un miglioramento dei consumi'', osserva l'organizzazione del commercio.
Il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo, sollecita il governo a ''uscire da polemiche e confronti su un unico tema e prendere provvedimenti immediati per rilanciare i consumi'' perché ''bisogna ridurre le tasse ed aumentare salari e pensioni, altrimenti la nostra economia non si risolleverà''. Già nel biennio 2012-2013 i consumi delle famiglie si sono contratti del -7,8%, secondo i calcoli dell'Onf Osservatorio Nazionale Federconsumatori, pari a circa 56 miliardi. Senza un intervento per eliminare l'Imu sulla prima casa e l'Iva, queste misure avrebbero ''conseguenze disastrose per l'intero Paese e rischierebbero di trascinare la caduta dei consumi, a fine anno, secondo le nostre previsioni, attorno al 4%'' nel solo 2013, dichiarano i presidenti di Federconsumatori e Adusbef, Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.
fonte articolo
Nel giorno dell'Imu, un ''eloquente silenzio'' della politica sull'Iva fa tremare i commercianti che vedono incombere l'aumento dell'imposta previsto per il primo ottobre. Sarebbe un ''errore gravissimo'' del governo, ''una follia'', una mossa ''impensabile'', attaccano le associazioni dei negozianti e dei consumatori, tanto più dopo gli ultimi dati Istat che hanno mostrato a giugno il dodicesimo calo delle vendite al dettaglio consecutivo con un -3% rispetto al 2012.
Con l'aumento dell'Iva dal 21 al 22%, stima Confesercenti, sarebbero a rischio altri 3 miliardi di consumi mentre per l'erario la scelta potrebbe rivelarsi controproducente, con un calo del gettito di 300-400 milioni a causa della contrazione delle ve
ndite di un altro punto percentuale. ''Se il Governo non vuole fare il curatore fallimentare di migliaia di esercizi di vicinato eviti ogni aumento dell'Iva'', afferma l'associazione un una nota. ''La questione della sterilizzazione dell'aumento sembra accantonata - prosegue il testo - e sarebbe davvero un gravissimo errore: il silenzio politico sembra però eloquente se si pensa che si stanno cercando nuove entrate per l'Imu''.
E' sulla stessa linea l'ufficio studi di Confcommercio, che giudica ''prioritario ed imprescindibile evitare definitivamente l'aumento dell'Iva dal 21 al 22%''. ''Sarebbe peraltro impensabile ricorrere a tale aumento per cercare le risorse necessarie all'eliminazione dell'Imu, perché di tutto c’è bisogno fuorchè di un aumento di imposizione fiscale che stroncherebbe sul nascere qualsiasi possibilità di un miglioramento dei consumi'', osserva l'organizzazione del commercio.
Il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo, sollecita il governo a ''uscire da polemiche e confronti su un unico tema e prendere provvedimenti immediati per rilanciare i consumi'' perché ''bisogna ridurre le tasse ed aumentare salari e pensioni, altrimenti la nostra economia non si risolleverà''. Già nel biennio 2012-2013 i consumi delle famiglie si sono contratti del -7,8%, secondo i calcoli dell'Onf Osservatorio Nazionale Federconsumatori, pari a circa 56 miliardi. Senza un intervento per eliminare l'Imu sulla prima casa e l'Iva, queste misure avrebbero ''conseguenze disastrose per l'intero Paese e rischierebbero di trascinare la caduta dei consumi, a fine anno, secondo le nostre previsioni, attorno al 4%'' nel solo 2013, dichiarano i presidenti di Federconsumatori e Adusbef, Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.
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