No a soluzioni militari per la Siria. L'Ordine Francescano Secolare si mobilita contro l’eventualità di una guerra o di altre azioni violente che non avrebbero alcuna utilità.
“Alla luce delle testimonianze dei nostri contatti - spiega il presidente nazionale del movimento laicale che si ispira a San Francesco d’Assisi, Remo Di Pinto - vogliamo condannare fermamente la tragica morte di tante vittime civili, ma nello spirito di Assisi che invochiamo come modello di convivenza, confidiamo nella ricerca di una mediazione tra le parti in contrasto, basata sul dialogo e sulla via delle fraterne intese”. I francescani secolari italiani chiedono “che tutti i Governi si impegnino a sorreggere gli sforzi dell’Onu e dei leader religiosi e civili della Siria (come espresso nel documento del 25 gennaio col quale si invitano i siriani di tutte le religioni ed etnie ad avviare un processo di riconciliazione - Musalaha - basato sul dialogo e senza ingerenze esterne), affinché si ricerchi una soluzione pacifica al conflitto, abbandonando soluzioni militari dall’esito incerto e tra le cui conseguenze potrebbe esserci il rischio di provocare un’escalation della violenza in una zona del mondo dagli equilibri già molto fragili”.
“Alla luce delle testimonianze dei nostri contatti - spiega il presidente nazionale del movimento laicale che si ispira a San Francesco d’Assisi, Remo Di Pinto - vogliamo condannare fermamente la tragica morte di tante vittime civili, ma nello spirito di Assisi che invochiamo come modello di convivenza, confidiamo nella ricerca di una mediazione tra le parti in contrasto, basata sul dialogo e sulla via delle fraterne intese”. I francescani secolari italiani chiedono “che tutti i Governi si impegnino a sorreggere gli sforzi dell’Onu e dei leader religiosi e civili della Siria (come espresso nel documento del 25 gennaio col quale si invitano i siriani di tutte le religioni ed etnie ad avviare un processo di riconciliazione - Musalaha - basato sul dialogo e senza ingerenze esterne), affinché si ricerchi una soluzione pacifica al conflitto, abbandonando soluzioni militari dall’esito incerto e tra le cui conseguenze potrebbe esserci il rischio di provocare un’escalation della violenza in una zona del mondo dagli equilibri già molto fragili”.
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