giovedì, agosto 29, 2013
Gli ispettori dell’Onu hanno bisogno di quattro giorni per concludere le loro indagini e di tempo ulteriore per analizzarne i risultati.  

Misna - La notizia, diffusa dal Segretario generale Ban Ki moon solleva nuovi interrogativi sull’intervento militare che, secondo l’emittente americana Nbc, Washington starebbe pianificando a partire da domani. A Bruxelles, dove si è tenuta la riunione del Consiglio Atlantico, il segretario generale della Nato Hans Fogh Rasmussen ha definito “inaccettabile” l’uso di armi chimiche. Il Consiglio Atlantico riunitosi a livello di ambasciatori, si legge in una nota, ha espresso la sua “più forte condanna” per gli attacchi condotti con le armi chimiche e il “pieno sostegno” alla Turchia al fine di proteggere “la frontiera sudorientale dell’Alleanza”.

Dalla Siria intanto, arriva la conferma dell’utilizzo di armi chimiche lo 21 agosto scorso: le armi sono state usate – ha detto il vice ministro degli Esteri Faysal al Miqdad – ma dall’opposizione armata. Sulla vicenda Damasco avrebbe già inviato alle Nazioni Unite un “rapporto completo”.

Oggi, fa sapere un funzionario israeliano, il governo ha richiamato un numero “limitato” di riservisti, una mobilitazione che includerà unità di difesa civile e unità di difesa aeree e missilistiche. Inoltre, l’esercito ha disposto batterie aggiuntive dei sistemi per la difesa Iron Dome e Patriot in zone vicino al confine siriano.

Sul fronte diplomatico, la Gran Bretagna ha formalizzato nel corso della riunione al Consiglio di sicurezza Onu in corso a New York, la sua proposta di “condanna del governo di Damasco per l’uso di armi chimiche e l’autorizzazione alle misure necessarie per la protezione dei civili siriani”. Appare improbabile tuttavia che Russia e Cina, alleate di Damasco, avalleranno la risoluzione che, sulla base del Capitolo VII della Carta dell’Onu, di fatto, autorizzerebbe l’intervento armato.

Intervento che, secondo la Guida suprema iraniana Ali Khamenei, sarebbe “un disastro per la regione”. Il Medio Oriente – ha detto – “è una polveriere e il futuro non può essere previsto”. Una fonte militare iraniana, citata dall’agenzia Fars, ha detto che i paesi alleati di Assad lancerebbero una rappresaglia contro Israele.

Lapidaria infine, la posizione dell’inviato speciale della Lega Araba Lakhdar Brahimi, secondo cui “l’intervento militare in Siria si può ipotizzare solo con un via libera del Consiglio di Sicurezza”. L’inviato dell’organismo panarabo – che ieri aveva detto di ritenere Assad “responsabile” dell’uso di armi chimiche – ha aggiunto che “il diritto internazionale sull’argomento è chiaro”.

Brahimi ha insistito che, se anche dovesse farsi, l’attacco su Damasco “non sarà risolutivo” poiché la sola via d’uscita dal pantano siriano passa per il dialogo. “Più presto si comincerà a lavorare su una soluzione politica – ha aggiunto Brahimi, che da mesi si spende per organizzare una Conferenza internazionale ‘Ginevra II’– meglio sarà”.


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