giovedì, agosto 01, 2013
Secondo il dossier del Wwf “Valore economico del Parco Nazionale Virunga”, «Il più antico parco nazionale africano potrebbe valere 1,1 miliardi di dollari all’anno se venisse sfruttato in modo sostenibile, piuttosto che essere dedicato all’estrazione di petrolio potenzialmente dannoso»

GreenReport - Infatti, dall’analisi condotta da Dalberg Global Advisors Sviluppo, una società di consulenza indipendente emerge che «Il Parco Nazionale di Virunga ha la potenzialità di generare 45.000 posti di lavoro a tempo indeterminato attraverso gli investimenti in energia idroelettrica, l’industria della pesca e dell’ecoturismo», mentre «Lo sfruttamento delle concessioni petrolifere, che sono state allocate sull’85% della proprietà del Patrimonio Mondiale dell’Umanità, porterebbero inquinamento, instabilità e disoccupazione.

 Il Virunga rappresenta una risorsa preziosa per la Repubblica democratica del Congo e contribuisce al patrimonio dell’Africa come parco più antico e più ricco di biodiversità del continente. I piani di esplorazione e di sfruttamento delle riserve petrolifere mettono il valore del Virunga a serio rischio».

A giugno, il Comitato dei siti Patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco ha chiesto l’annullamento di tutti i permessi di esplorazione petrolifera nel Virunga ed ha rivolto un appello alle multinazionali titolari delle concessioni come, Total SA e Soco International, perché non avviino l’esplorazione nei luoghi Patrimonio Mondiale dell’Umanità. La Total si è impegnata a rispettare i confini del parco del Virunga, ma la britannica Soco ha confermato i suoi piani di esplorazione petrolifera all’interno dell’area protetta congolese.

L’estrazione di petrolio in quest’area delicatissima potrebbe avere conseguenze devastanti nono solo per una flora ed una fauna uniche, ma anche per le comunità umane locali che si basano sul Virunga per le risorse generate dal turismo e dalla pesca, per l’acqua potabile e per l’utilizzo delle altre risorse naturali.

Isabella Pratesi, direttrice del programma conservazione del Wwf Italia dice che «Le ricche risorse naturali del Virunga devono essere a disposizione del popolo congolese, e non rapinate dalle multinazionali e dai cercatori di petrolio stranieri. Il futuro e il riscatto di questo Paese che è stato teatro di uno dei conflitti più drammatici degli ultimi decenni con più di 4 milioni di morti dipende dallo sviluppo economico sostenibile e duraturo alimentato dalle proprie risorse naturali. Le condizioni di vita di oltre 50.000 persone dipendono dalla conservazione e dall’economia verde creata dal Parco».

Il Wwf presenterà il dossier sul Virunga al Ministero per gli affari esteri e sottolinea che «Perdite di petrolio, fuoriuscite dal gasdotto e i contestati “gas flaring” (la grande quantità di gas che viene bruciato durante l’estrazione del petrolio) potrebbero contaminare l’aria, l’acqua e il suolo della zona con sostanze tossiche. Recenti studi sulle altre regioni produttrici di petrolio hanno inoltre verificato che lo sfruttamento questa risorsa causa non solo seri problemi di salute ma è anche spesso la causa dell’aumento delle guerre e dei conflitti locali».

C’è poi il problema della biodiversità ed è gigantesco: «Gli impatti ambientali causati dall’estrazione di petrolio potrebbero minacciare gli ecosistemi d’acqua dolce del Virunga, le ricche foreste e gli animali più rari come i gorilla di montagna. Il parco infatti oltre a più di 3.000 diverse specie di animali ospita molti degli ultimi 880 gorilla di montagna esistenti, in serio pericolo di estinzione».

La Pratesi sottolinea: «Qui è dove il Wwf traccia la linea: oltre non si può andare. Le compagnie petrolifere sono sulla soglia di uno dei luoghi più preziosi e fragili del mondo e noi non ci arrenderemo fin quando il Virunga sarà al sicuro da questo potenziale disastro ambientale. Il Virunga ha campi di neve e campi di lava, ma non avrà campi petroliferi».

Oggi il Panda lancia una campagna volta a proteggere il Parco Nazionale del Virunga dall’estrazione di petrolio e chiede «Alla compagnia Soco di abbandonare i suoi piani di esplorazione petrolifera nel Virunga e in tutti gli altri siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Da 40 anni il Wwf sostiene i progetti di conservazione del Wwf internazionale per difendere l’unico Pianeta che abbiamo. Scegliere di sostenere il progetto gorilla significa salvare questa specie a rischio estinzione dalla deforestazione, dall’incremento della caccia a scopo commerciale per alimenti e dal commercio illegale di prodotti derivati e contribuire a salvaguardare il Cuore Verde dell’Africa».

Ecco come il Wwf presenta la sua campagna per salvare i gorilla del Virunga: «Occhi nocciola, profondi, umani: i gorilla sono le scimmie a noi geneticamente più vicine dopo gli scimpanzé.

Se capita di incrociare il loro sguardo si resta folgarati. E’ la forza irresistibile delle nostre origini. E’ la consapevolezza che questo splendido, fiero animale rischia di scomparire, lasciando per sempre un vuoto nelle foreste e nei nostri cuori. I gorilla diventano cibo, trofei e merce di scambio. E come se non bastasse, anche le industrie del petrolio, interessate a condurre delle attività estrattive nel parco del Virunga, potrebbero ostacolare la sopravvivenza di questa specie nel suo habitat naturale. Con il tuo aiuto possiamo fermare la corsa al petrolio che minaccia l’habitat del gorilla e la sua stessa sopravvivenza!


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