Secondo attivisti per i diritti umani, gli arrestati sono le ennesime vittime dello scontro culturale e politico tra fondamentalisti islamici e governo. In base alla legge rischiano dai 7 ai 14 anni di carcere.
Dhaka (AsiaNews) - Un tribunale di Dhaka ha condannato quattro blogger per aver "offeso l'islam, il profeta Maometto e le altre religioni" attraverso "post offensivi" pubblicati su internet. Come spiegato dal giudice Zahurul Haque, i giovani hanno violato l'Information and Communications Technology Act e rischiano una pena dai 7 ai 14 anni di prigione. Arrestati ad aprile scorso, i blogger sono Asif Mohiuddin, Subrata Adhikari Shuvo, Moshiur Rahman Biblop e Rasel Parvez e si definiscono atei. Al momento dell'arresto, la polizia ha spiegato di avere "molte prove" e di aver sequestrato computer, modem e hard disk esterni. Tuttavia Jotyrmoy Barua, il loro avvocato, spiega che le accuse sono state fabbricate a tavolino per incastrarli.
Da mesi in Bangladesh le autorità monitorano le "attività antireligiose" che avvengono in Rete. I blog infatti sono diventati luoghi di dibattito molto popolari, usati in particolare dagli attivisti laici di Shahbag, movimento che prende il nome da un quartiere di Dhaka, dove si sono tenute le prime manifestazioni pacifiche contro i crimini di guerra commessi dal partito islamico Jamaat-e-Islami nel 1971. La natura laica di Shahbag e la richiesta di non sfruttare la religione per scopi politici ha attirato l'ira dei sostenitori del partito islamico, che colpiscono i blogger per colpire il governo.
La tensione è salita con l'omicidio di Asif Mohiuddin, uno dei leader del movimento, accoltellato durante una protesta il 14 gennaio scorso.
Dhaka (AsiaNews) - Un tribunale di Dhaka ha condannato quattro blogger per aver "offeso l'islam, il profeta Maometto e le altre religioni" attraverso "post offensivi" pubblicati su internet. Come spiegato dal giudice Zahurul Haque, i giovani hanno violato l'Information and Communications Technology Act e rischiano una pena dai 7 ai 14 anni di prigione. Arrestati ad aprile scorso, i blogger sono Asif Mohiuddin, Subrata Adhikari Shuvo, Moshiur Rahman Biblop e Rasel Parvez e si definiscono atei. Al momento dell'arresto, la polizia ha spiegato di avere "molte prove" e di aver sequestrato computer, modem e hard disk esterni. Tuttavia Jotyrmoy Barua, il loro avvocato, spiega che le accuse sono state fabbricate a tavolino per incastrarli.
Da mesi in Bangladesh le autorità monitorano le "attività antireligiose" che avvengono in Rete. I blog infatti sono diventati luoghi di dibattito molto popolari, usati in particolare dagli attivisti laici di Shahbag, movimento che prende il nome da un quartiere di Dhaka, dove si sono tenute le prime manifestazioni pacifiche contro i crimini di guerra commessi dal partito islamico Jamaat-e-Islami nel 1971. La natura laica di Shahbag e la richiesta di non sfruttare la religione per scopi politici ha attirato l'ira dei sostenitori del partito islamico, che colpiscono i blogger per colpire il governo.
La tensione è salita con l'omicidio di Asif Mohiuddin, uno dei leader del movimento, accoltellato durante una protesta il 14 gennaio scorso.
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