Premio Nobel per la fisica 1984
Città Nuova - Forse il più conosciuto scienziato italiano, insieme alla Montalcini, Rubbia nasce nel 1934 a Gorizia. Appassionato di fisica fin da giovane, rischia di non entrare alla Normale di Pisa, perché arrivato undicesimo su dieci posti disponibili, ma poi viene ripescato. Dopo la laurea con tesi sui raggi cosmici, per un anno è alla Columbia university e, dal 1960, al Cern di Ginevra, il grande acceleratore di particelle di cui sarà anche direttore generale dal 1989 al 1994. Qui, la sua grande capacità organizzativa (nel progetto UA1 coordina un gruppo di cento fisici), unita alla sua penetrante intuizione scientifica, gli permette di rivelare i bosoni vettoriali W+, W- e Z, cioè le particelle responsabili dell'interazione debole, confermando così la teoria dell’unificazione della forza elettromagnetica e della interazione debole nella forza elettrodebole.
Questo gli frutterà il Nobel nel 1984.
Negli anni successivi ricopre incarichi prestigiosi: prima come presidente del Laboratorio di luce di Sincrotrone di Trieste, poi dell’Enea, dal 1999 al 2005, quando viene estromesso per contrasti con il governo Berlusconi.
Mente eclettica, alfiere della scienza italiana nel mondo, i suoi contributi spaziano in moltissimi campi: progetta un reattore nucleare a fissione sicuro, contribuisce alle ricerche sui neutrini nel Laboratorio del Gran Sasso, sviluppa nuove tecniche di rilevazione degli eventi ionizzanti con il progetto Icarus, studia la stabilità del protone e la fusione nucleare controllata, concepisce un innovativo motore ad Americio per spingere un’astronave diretta su Marte. Ultimamente ha proposto un esperimento per rivelare la misteriosa materia oscura sotto forma di Wimp (particelle a debole interazione).
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