venerdì, settembre 20, 2013
Il denaro ammala il pensiero e la fede e ci fa andare per un’altra strada. E’ quanto sottolineato da Papa Francesco nella Messa di stamani alla Casa Santa Marta. Il Papa ha quindi sottolineato che, dall’idolatria del denaro, nascono mali come la vanità e l’orgoglio che ci rendono “maniaci di questioni oziose”. Il servizio di Alessandro Gisotti. 

Radio Vaticana - “Non si può servire Dio e il denaro”. Papa Francesco ha svolto la sua omelia partendo dalle parole di San Paolo sul rapporto “fra la strada di Gesù Cristo e il denaro”. C’è qualcosa nell’atteggiamento di amore verso il denaro – ha osservato – che ci allontana da Dio”. Ci sono “tante malattie, tanti peccati, ma Gesù – ha detto – su questo sottolinea tanto”: “l’avidità del denaro, infatti, è la radice di tutti i mali”. Presi da “questo desiderio”, ha constatato il Papa, “alcuni hanno deviato dalla fede e si sono procurati molti tormenti”.

E con amarezza ha aggiunto: “E’ tanto il potere del denaro, che ti fa deviare dalla fede, pure”, addirittura “ti toglie la fede: la indebolisce e tu la perdi!”: “Ma il denaro anche ammala il pensiero, anche ammala la fede e la fa andare per un’altra strada. Queste parole oziose, discussioni inutili… E va più avanti… Da ciò nascono le invidie, i litigi, le maldicenze, i sospetti cattivi, i conflitti di uomini corrotti nella mente e privi della verità, che considerano la religione come fonte di guadagno. ‘Io sono cattolico, io vado a Messa, perché quello mi dà un certo status. Sono guardato bene… Ma sotto faccio i miei affari, no? Sono un cultore del denaro’. E qui dice una parola, che la troviamo tanto, tanto frequentemente sui giornali: ‘Uomini corrotti nella mente’. Il denaro corrompe! Non c’è via di uscita”. Se scegli “la via del denaro”, ha aggiunto, “alla fine sarai un corrotto”.

Il denaro, ha detto ancora, “ha questa seduzione di farti scivolare lentamente nella tua perdizione”. Ecco, ha avvertito, “Gesù è tanto forte” su questo argomento: “‘Non puoi servire Dio e il denaro’. Non si può: o l’uno o l’altro! E questo non è comunismo, eh! Questo è Vangelo puro! Queste sono le parole di Gesù! Cosa succede col denaro? Il denaro ti offre un certo benessere all’inizio. Ma. va bene... Poi ti senti un po’ importante e viene la vanità. Lo abbiamo letto nel Salmo che viene questa vanità. Questa vanità che non serve, ma tu ti senti una persona importante: quella è la vanità. E dalla vanità alla superbia, all’orgoglio. Sono tre scalini: la ricchezza, la vanità e l’orgoglio”.

“Nessuno – ha detto ancora – può salvarsi col denaro!”. Tuttavia, ha osservato, “il diavolo prende sempre questa strada di tentazioni: la ricchezza, per sentirti sufficiente; la vanità, per sentirti importante; e, alla fine, l’orgoglio, la superbia: è proprio il suo linguaggio la superbia”: “‘Ma, Padre, io leggo i Dieci Comandamenti e nessuno parla male del denaro. Contro che Comandamento si pecca quando uno fa un’azione per il denaro’”. 'Contro il primo! Pecchi di idolatria! Ecco il perché: perché il denaro diventa idolo e tu dai culto!' E per questo Gesù ci dice: 'Non puoi servire all’idolo denaro e al Dio Vivente: o uno o l’altro'. I primi Padri della Chiesa - parlo del secolo III, più o meno anno 200, anno 300 - dicevano una parola forte: ‘Il denaro è lo sterco del diavolo’. E così, perché ci fa idolatri e ammala la nostra mente con l’orgoglio e ci fa maniaci di questioni oziose e ci allontana dalla fede, corrompe’”.

San Paolo, ha detto il Papa, ci dice di evitare queste cose, ma di tendere “alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità”. E anche alla pazienza, “contro la vanità e l’orgoglio” e “alla mitezza”. Questa, ha affermato Papa Francesco, è “la strada di Dio, non quella del potere idolatrico che può darti il denaro”. E’ l’umiltà “la strada per servire Dio”. “Che il Signore – ha concluso – aiuti tutti noi a non cadere nella trappola dell’idolatria del denaro”.

È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

Mi fa sentire bene leggere queste parole , mi fa riflettere e mi aiuta ad essere migliore . Grazie al Papa che le ha pronunciate e a voi che le avete riproposte. Finalmente si sentono discorsi semplici che ci fanno riscoprire la gioia della fede.

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