Pechino ha espresso il suo parere favorevole all’iniziativa russa di promuovere con Damasco la consegna delle armi chimiche siriane per una loro distruzione. “Accogliamo con favore e sosteniamo la proposta russa”, ha comunicato oggi il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hong Lei, durante l’abituale briefing con la stampa.
Misna - La Cina ha chiesto più volte agli ispettori Onu un’indagine imparziale sull’uso di armi chimiche il 21 agosto e ribadito che chiunque le abbia usate sulla popolazione civile va ritenuto responsabile e sanzionato. Tuttavia, la sua posizione allineata con Mosca sull’ostilità a un intervento punitivo statunitense si distingue per toni e pragmatismo.
Per necessità, anche. La Repubblica popolare cinese, che non ha gli stessi interessi della Russia nella regione mediterranea e mediorientale, ha pure espresso con chiarezza la sua contrarietà a ogni iniziativa militare statunitense o occidentale contro la Siria. Pechino teme infatti, oltre a un consolidamento nella regione di governi legati agli interessi di Washington, i contraccolpi che una crisi mediorientale porterebbe ai propri interessi. La sua economia, nonostante la crescita e le indubbie potenzialità, resta ancora fragile e dipende dalla facilità di accesso alle risorse indispensabili.
Allo stesso tempo, avendo mercati proficui in Europa e negli Stati Uniti, in un momento di contrazione del suo export Pechino ha interesse e volontà di porsi più come mediatore che come antagonista, mostrando solidità di principi, rispetto delle alleanze, ma anche capacità propositiva.
Misna - La Cina ha chiesto più volte agli ispettori Onu un’indagine imparziale sull’uso di armi chimiche il 21 agosto e ribadito che chiunque le abbia usate sulla popolazione civile va ritenuto responsabile e sanzionato. Tuttavia, la sua posizione allineata con Mosca sull’ostilità a un intervento punitivo statunitense si distingue per toni e pragmatismo.
Per necessità, anche. La Repubblica popolare cinese, che non ha gli stessi interessi della Russia nella regione mediterranea e mediorientale, ha pure espresso con chiarezza la sua contrarietà a ogni iniziativa militare statunitense o occidentale contro la Siria. Pechino teme infatti, oltre a un consolidamento nella regione di governi legati agli interessi di Washington, i contraccolpi che una crisi mediorientale porterebbe ai propri interessi. La sua economia, nonostante la crescita e le indubbie potenzialità, resta ancora fragile e dipende dalla facilità di accesso alle risorse indispensabili.
Allo stesso tempo, avendo mercati proficui in Europa e negli Stati Uniti, in un momento di contrazione del suo export Pechino ha interesse e volontà di porsi più come mediatore che come antagonista, mostrando solidità di principi, rispetto delle alleanze, ma anche capacità propositiva.
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