martedì, ottobre 22, 2013
Oggi Aung San Suu Kyi, da 25 anni simbolo della ricerca di una via democratica per l’ex Birmania, riceverà nella sede di Parlamento Europeo a Strasburgo il Premio Sakharov per la libertà di pensiero, 23 anni dopo l’assegnazione.

Misna - Allora, la Premio Nobel per la Pace era in stato di detenzione e ancor più convinta che una sua partenza le avrebbe chiuso definitivamente le porte del ritorno nel suo paese dove aveva deciso di restare per contribuire alla fine del regime militare. Arrivata sabato scorso sul vecchio continente, la Suu Kyi ha avuto incontri ieri con i ministri degli Esteri dei paesi membri dell’Unione Europea in Lussemburgo, chiedendo alla comunità internazionale di “continuare ad esercitare pressioni” sul suo governo affinché completi il percorso democratico avviato due anni fa.

Come comunicato alla stampa nell’occasione, la leader birmana ha sottolineato che il futuro della democrazia in Myanmar dipende da una rapida e decisiva riforma della Costituzione approvata nel maggio 2008 dai generali al potere prima di lasciare il paese nelle mani di istituzioni elette in parte dai cittadini ma in parte nominate dai militari o da essi ancor controllate.

“Le riforme sono arrivate a un punto che non possono proseguire senza modificare la Costituzione”, ha detto la leader carismatica dell’opposizione birmana che da oltre un anno sede in parlamento e che, se fossero modificate le norme costituzionali che le impediscono di candidarsi avrebbe ampie possibilità di affermarsi come prossimo presidente del paese alle elezioni del 2015. Una situazione e una volontà che aveva espresso sabato scorso al presidente della Commissione Europea Jose Manuel Barroso incontrato a Bruxelles.


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