lunedì, ottobre 14, 2013
Le persone dall’animo nobile sono quelle persone che non si occupano solo del loro Io e dei loro interessi e che non mettono sempre e soltanto al centro della scena la propria persona. Brando Giorgi è una di queste rare persone: tanta energia e ricchezza interiore da dedicare anche agli altri, a chi ne ha bisogno

di Simona Santullo

In un ristorante nel centro di Roma, vicino a piazza Navona, abbiamo avuto il piacere d’ incontrare uno dei volti noti della fiction italiana, Brando Giorgi. Classe 1966, uomo carismatico ed elegante con due fantastici occhi blu e un sorriso che conquista dal primo istante, oltre che bello è anche una persona gentile e con qualità morali davvero nobili. Con molta semplicità ha risposto alle nostre domande.
D- Il tuo vero nome è Lelio Sanità Di Toppi, nelle tue vene scorre sangue nobile. Ci racconti qualcosina su questo particolare?
R- Mah, guarda, è appunto un particolare…. Totò diceva che “signori si nasce”, al di là del nome. Io sono orgoglioso del cognome che porto perché è quello di una delle più antiche famiglie italiane: il primo Sanità risale all’‘837, Francesco Sanità; poi piano piano si sono uniti i Sanità con i Di Toppi nel 1600 e siamo arrivati fino ad oggi. Abbiamo una storia molto molto lunga.

D- Tu poi lo hai modificato in Brando Giorgi, come mai?
R- Nel 1992 ho fatto il mio primo film e il nome Lelio Sanità non mi piaceva, era troppo serioso. Mi sono detto: “Mi voglio chiamare Brando”, poi è uscito il cognome Giorgi, Brando Giorgi suonava bene… e sono diventato per l’appunto Brando Giorgi.

D- Tu sei uno dei volti più popolari della fiction italiana: il tuo debutto è stato nel 1992 accanto ad Eva Grimaldi, Florance Guèrin e Anita Ekberg. Che differenza c’è tra soap e fiction e soprattutto tu come vivi queste differenze?
R- Io sono una persona molto seriosa quindi per me tutto ciò che faccio è lavoro. Se faccio una soap per me è il film della mia vita così come se dovessi fare un film con Zack Snyder, con cui ho avuto il piacere di fare una pubblicità, sarà sempre il film della mia vita. Non sono abituato a catalogare e selezionare dicendo: faccio la soap quindi lavoro con meno professionalità, faccio il film per il cinema e sono più professionale… questo no. Cerco di dare il massimo in ogni cosa e il meglio di me stesso sempre. La differenza tra fiction e soap è il girato che si fa giornalmente: in una soap si fanno 25 minuti di montaggio al giorno, in una fiction 6 e in un film 2.

D- Protagonista di tantissimi film come “Acqua di mare”, “Gente comune”, “Abbronzatissimi”, sei stato anche modello e testimonial di tante campagne pubblicitarie e hai lavorato con stilisti internazionali come Ferrè, Armani, Valentino. Com’è stata questa esperienza?
R- Per me è lavoro, il lavoro gratifica l’uomo. Non mi sento più importante o meno importante se lavoro con personaggi importanti a livello internazionale oppure no. Può essere più gratificante, ma solo per questo una persona non cambia. Comunque mi sono trovato benissimo. Ora sono testimonial di Giosbrun, mi è stato chiesto e sono felice di esserlo.

D- Tu hai fatto anche teatro: continui a farlo?
R- Ho fatto poco teatro e per scelta non lo faccio più, perché ora sto puntando sul lavoro e sulla famiglia e se dovessi partire con il teatro dovrei allontanarmi un po’ troppo e potrei essere un po’ troppo assente e lontano dalla mia famiglia, quindi per il momento, visto che dovremo tutti lavorare fino a novant’anni perché lo Stato ci mette tutti in condizione di doverlo fare, rinuncio perché i miei ragazzi sono ancora piccolini, aspetto ancora una decina d’anni e poi si riparte.

D- L’esperienza teatrale ad un attore dà qualche cosina in più?
R- La prima ti dà tantissimo, perché ti leva tanto, la seconda ti leva un po’ meno, dalla terza, quarta replica in su te diverti.

D- A Centovetrine sei stato Thomas Sironi: sei andato via e non si sa tornerai… lo farai?
R- Non lo so, lui è perso nelle sue ricerche… Ma io sono stato bene.

D- Allora Brando, la domanda è d’obbligo: le donne, oltre alla tua bravura, ammirano la tua bellezza. Ti dà fastidio e, soprattutto, la tua compagna non è gelosa?
R- Ma no, abbiamo superato la fase della gelosia. Dopo quattordici anni pensiamo e puntiamo ad altro.

D- Quindi sei marito e sei papà. Come sei da compagno e soprattutto da genitore?
R- Come sono come compagno non devi chiederlo a me ma a Daniela, da papà non sono un papà perfetto. Dico sempre che esistono figli perfetti e genitori non perfetti. Per me tutti i figli sono perfetti, i genitori no e io ho le mie pecche perché non ho i giusti “sì” e i giusti “no”.

D- I tuoi bambini come vivono la celebrità e la notorietà del padre?
R- Tranquillamente perché in famiglia la viviamo molto tranquillamente, quindi per loro è normale. È un lavoro come gli altri. Poi è ovvio che se lo vogliamo paragonare al lavoro in miniera, allora non è un lavoro e per questo ringrazio il Signore che mi ha dato la possibilità di fare un lavoro che mi gratifica, questo è anche un po’ il principio dell’essere umano, essere gratificati. Per me è una fortuna e ringrazio, ma non lo posso paragonare con un lavoro in miniera.

D- Se non avessi fatto l’attore cosa avresti fatto?
R- Non lo so, sinceramente non lo so, forse il ristoratore!

D- E’ molto faticoso, te lo posso assicurare…
R- Se uno fa le cose con amore diventa tutto meno faticoso. La vita può essere faticosa anche se fai uno dei mestieri più semplici del mondo. Dipende molto da come uno affronta la vita, e io sto cercando di trasformare tutto in amore… per me l’amore è l’arma vincente.

D- Quindi bello e sexy, ma anche buono e romantico?
R- Bello, sexy, buono, romantico… ma sì, va bene, come aggettivi vanno bene. Non lo so, buono sì, ma anche io ho i miei peccati.

D- Tu sei testimonial di “Debra”: ce ne parli?
R- Debra e Angeli Noonan sono due malattie rare. Io trovo offensivo che ci sia una discriminazione tra chi ha la “fortuna”, ovviamente nella sfortuna, di ammalarsi di malattie conosciute perché ha diritto ad una cura, e chi invece ha la sfortuna doppia di avere una malattia rara e non ha le stesse possibilità di cura e gli stessi diritti. In quest’ultimo caso uno si deve auto-organizzare, e fortunatamente ci sono delle associazioni come Debra, che è iniziata con Luna Berlusconi, o come Angeli Noonan, che è iniziata con il sig. Angelo e sua moglie Antonella, che hanno avuto questa “esperienza” di avere dei figli con una malattia rara… Cosa hanno fatto? Invece di entrare nel vittimismo, hanno pensato bene di lavorare e fare qualcosa per questi bambini, grazie a queste famiglie. Dire grazie a loro che lottano per trovare una cura per queste malattie.

D- Quanto è importante, indipendentemente dall’essere famoso o meno, essere impegnati nel sociale, aiutare chi effettivamente ne ha davvero bisogno?
R- Allora, prima di tutto secondo me la vita deve essere una missione, missione intesa un po’ come uno dei comandamenti. Ti faccio un esempio: “Non rubare”… uno pensa che rubare sia solamente prendere dalle tasche degli altri soldi, o più semplicemente sottrarre qualche cosa a qualcuno materialmente. Io invece parto dal presupposto che “non rubare” vuol dire che noi siamo amministratori di quello che l’universo ci ha dato, e qui subentra la “missione” che ognuno di noi ha. Nessuno amministra bene le proprie risorse, siano esse la bellezza, il saper cantare, la capacità di fare soldi e condividerli con gli altri… sembra utopia ma per me questa è la realtà, per me questo è il cammino che sta facendo l’essere umano. Il punto sarà quello: quando capiremo certe cose, e adesso non siamo ancora pronti, sicuramente molte cose negative spariranno.

D- Questo Paese, ed è notizia di tutti i giorni, sta vivendo una crisi economica davvero brutta e molta gente non arriva più nemmeno a fine mese; secondo te, che cosa dovrebbe fare questo governo, e che invece non sta facendo?
R- Guarda, non voglio entrare nel merito, dico solamente che con l’Italia si poteva vincere facilmente perché in Italia abbiamo tutto… dimmi una cosa che non c’è in Italia? Abbiamo tutto. Quindi i politici non sono stati in grado di vincere con una nazione come la nostra. È come fare una gara con una Ferrari contro una Cinquecento e alla fine la Ferrari perde… non ci sono scuse.

D- Cosa ci dici della tragedia avvenuta a Lampedusa?
R- Non lo so, queste qua sono le assurdità della vita, c’è qualcuno che è responsabile di questo e quel qualcuno lo sa e farà i conti con la propria coscienza. Penso che una zona di mare sia molto più facile da controllare e da gestire con delle motovedette 24 ore su 24 che gestire delle persone che riescono ad arrivare a terra per poi gestirli 24 ore su 24. Inoltre, ci sarebbe una spesa in meno se si riuscisse a fermare questo via vai. Però questi sono dei giochi talmente grandi…

D- Brando, ti faccio un’ultima domanda: quali sono i tuoi prossimi impegni lavorativi? Dove ti vedremo? In televisione, al cinema…?
R- Io dovevo partire con un film che è stato posticipato e non so il perché, ma questi sono i rischi del nostro lavoro, soprattutto in questo periodo…. Sarebbe dovuto iniziare a fine settembre, staremo a vedere se così sarà… ci sono alti e bassi, e sto aspettando la ripartenza, ma sono tranquillo.

D- Dove si gira il film?
R- Qui a Roma…
D- Allora mi inviti sul set?!
R- Certamente.

L’intervista è finita e lo lasciamo al suo lavoro. Che dire? Bello e affascinante, con la consapevolezza che bellezza e fascino non sono sinonimi e non sempre caratterizzano lo stesso individuo. Ma se lo fanno, sicuramente quella persona lascerà indelebili tracce di sé negli occhi e nel cuore di chi l’ha incontrata.


Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa