Oggi e domani l'incontro a Ginevra tra i "5+1" e Teheran, nel nuovo clima creato dalla presidenza Rouhani. Gli iraniani dicono di sperare in un accordo per una roadmap, gli occidentali vogliono testare la credibilità della nuova presidenza.
Asianews - Con un'atmosfera segata da un minimo di ottimismo dovuto al nuovo corso istauratosi in Iran con la presidenza Rouhani, riprendono oggi a Ginevra i negoziati sul nucleare iraniano. I colloqui che vedono da una parte a Repubblica islamica e dall'altra i "5+1", i cinque membri del Consiglio di sicurezza (Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia) più la Germania arrivano infatti dopo la visita a New York di Rouhani - e la telefonata con Obama - e la ripresa di contatto con i "5+1" del mese scorso, giunta dopo il totale fallimento del precedente round negoziale, svoltosi ad aprile in Kazakistan.
Gli occidentali sostanzialmente metteranno sul tavolo la proposta di sospensione delle sanzioni a patto che Teheran accetti limitazioni e controlli.
Da parte iraniana si annuncia una proposta, non ancora resa nota, per la quale il viceministro degli Esteri e numero due del team negoziale, Abbas Araghci, ha parlato alla ufficiale Irna di "sei mesi" necessari per un accordo complessivo, "se avranno buona volontà".
A spingere per un accordo sono in particolare gli americani che nei giorni scorsi hanno anche tranquillizzato Israele. Dove continuano a non credere alla buona fede di Teheran. Ieri, il primo ministro Netanyahu ha ripetuto che fare ora concessioni agli iraniani sarebbe "un errore storico".
Nessuno si aspetta la conclusione di un accordo in questi due giorni di incontri, ma il ministro iraniano degli Esteri, Javad Zarif ha detto di sperare che per mercoledì si possa parlare di una roadmap.
Asianews - Con un'atmosfera segata da un minimo di ottimismo dovuto al nuovo corso istauratosi in Iran con la presidenza Rouhani, riprendono oggi a Ginevra i negoziati sul nucleare iraniano. I colloqui che vedono da una parte a Repubblica islamica e dall'altra i "5+1", i cinque membri del Consiglio di sicurezza (Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia) più la Germania arrivano infatti dopo la visita a New York di Rouhani - e la telefonata con Obama - e la ripresa di contatto con i "5+1" del mese scorso, giunta dopo il totale fallimento del precedente round negoziale, svoltosi ad aprile in Kazakistan.
Gli occidentali sostanzialmente metteranno sul tavolo la proposta di sospensione delle sanzioni a patto che Teheran accetti limitazioni e controlli.
Da parte iraniana si annuncia una proposta, non ancora resa nota, per la quale il viceministro degli Esteri e numero due del team negoziale, Abbas Araghci, ha parlato alla ufficiale Irna di "sei mesi" necessari per un accordo complessivo, "se avranno buona volontà".
A spingere per un accordo sono in particolare gli americani che nei giorni scorsi hanno anche tranquillizzato Israele. Dove continuano a non credere alla buona fede di Teheran. Ieri, il primo ministro Netanyahu ha ripetuto che fare ora concessioni agli iraniani sarebbe "un errore storico".
Nessuno si aspetta la conclusione di un accordo in questi due giorni di incontri, ma il ministro iraniano degli Esteri, Javad Zarif ha detto di sperare che per mercoledì si possa parlare di una roadmap.
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