Ieri un gruppo di fuggiaschi nordcoreani ha testimoniato la propria esperienza a Londra, tappa europea di un tour organizzato dalla Commissione Onu per i Diritti umani. Simili iniziative si sono già tenute a Tokyo e a Seul e proseguiranno a Washington mercoledì e giovedì della prossima settimana. Le testimonianze serviranno a compilare un rapporto e a proporre eventuali iniziative internazionali.
Misna - Nonostante la richiesta della commissione d’inchiesta guidata dal giudice in pensione Michael Kirby, di nazionalità australiana, la Corea del Nord ha negato l’ingresso nel paese e la possibilità di investigare direttamente sulle condizioni di detenzione, i procedimenti legali e le punizioni per quanti vengono condannati e incarcerati per reati di opinione o per semplici atteggiamenti di insofferenza verso la durezza del regime o le pessime condizioni di vita nel paese. Oppure, come i casi proposti all’attenzione internazionale in queste settimane, per avere cercato di andarsene.
Per le autorità di Pyongyang, le decine di fuggiaschi che stanno testimoniando della loro esperienza sono “feccia umana”, ma le loro esperienze sono atroci, sia quelle che li hanno spinti alla partenza, sia quelle affrontate durante la fuga. Con il rischio sempre presente di sfruttamento, data la loro illegalità, o di rimpatrio forzato che significa l’invio in campi di prigionia o di lavoro in “condizioni disumane” di cui sono oggi testimoni.
Misna - Nonostante la richiesta della commissione d’inchiesta guidata dal giudice in pensione Michael Kirby, di nazionalità australiana, la Corea del Nord ha negato l’ingresso nel paese e la possibilità di investigare direttamente sulle condizioni di detenzione, i procedimenti legali e le punizioni per quanti vengono condannati e incarcerati per reati di opinione o per semplici atteggiamenti di insofferenza verso la durezza del regime o le pessime condizioni di vita nel paese. Oppure, come i casi proposti all’attenzione internazionale in queste settimane, per avere cercato di andarsene.
Per le autorità di Pyongyang, le decine di fuggiaschi che stanno testimoniando della loro esperienza sono “feccia umana”, ma le loro esperienze sono atroci, sia quelle che li hanno spinti alla partenza, sia quelle affrontate durante la fuga. Con il rischio sempre presente di sfruttamento, data la loro illegalità, o di rimpatrio forzato che significa l’invio in campi di prigionia o di lavoro in “condizioni disumane” di cui sono oggi testimoni.
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