Legambiente scrive al governo: «Scalo a Marghera, pianificazione integrata e rigenerazione urbana chiavi per il nuovo rinascimento della città»
GreenReport - Dopo il surreale voto sfiducia diventato fiducia al governo, Legambiente scrive al presidente del consiglio Enrico Letta e ai ministri Orlando (ambiente), Bray (beni culturali) e Lupi (trasporti) sul transito delle grandi navi a Venezia, «Una questione prioritaria per il futuro della città lagunare e del suo patrimonio storico-architettonico – dice l’Associazione – per la quale urgono risposte concrete e provvedimenti immediati. Un semplice divieto, sebbene indifferibile, al transito delle navi da crociera davanti a San Marco non sarebbe sufficiente». Il Cigno Verde ritiene che «Lo spostamento della stazione marittima per le navi da crociera a Marghera, attraverso il passaggio per il canale dei petroli, possa rappresentare la giusta soluzione, una risposta che coniuga le ragioni dell’occupazione e della crescita economica con quelle della fruizione sostenibile».
Il responsabile mare dell’associazione, Sebastiano Venneri, spiega che «Legambiente invita il governo a definire una politica industriale che assuma il turismo e il futuro di Venezia come asset fondamentale per il Paese, non adottare soluzioni tampone, ma a pianificare il futuro di Venezia e dell’attività portuale partendo dalla rigenerazione dell’area inquinata e abbandonata di Marghera. Sarebbe una sfida per l’intero sistema Paese e non solo per la città e i suoi amministratori. Con lo spostamento dell’home port a Marghera, lontano dal fragile cuore della città, si eviterebbe infatti il passaggio delle grandi navi all’interno del Canale della Giudecca e del bacino di San Marco e allo stesso tempo si consentirebbe una pianificazione integrata di tutta l’area comunale attraverso il recupero e rilancio della zona industriale dopo gli anni di abbandono seguiti alla crisi del ciclo della chimica».
Il presidente di Legambiente Veneto, Luigi Lazzaro, aggiunge: «Come ambientalisti e come cittadini, non possiamo più accettare soluzioni del secolo scorso da parte di una lobby imprenditoriale che di quegli anni sta riproponendo il peggio. Né ci interessano soluzioni parziali che si occupano di risolvere i problemi posti dalle singole attività all’interno della città. Vogliamo piuttosto una pianificazione strategica della città, vogliamo immaginare la Venezia del futuro, vogliamo giocare una sfida importante, non solo sulla vergogna degli inchini al campanile delle grandi navi, ma sul recupero di aree e identità, sulla ridefinizione degli spazi, sull’idea insomma di città che vorremmo realizzare».
Quanto proposto da Legambiente ripensa non solo il traffico delle grandi navi, ma l’assetto complessivo dell’accoglienza dei turisti a Venezia e «rappresenterebbe un solido investimento in grado di garantire l’attuale numero di toccate senza i rischi ambientali e l’impatto paesaggistico connessi al volume di traffico odierno».
GreenReport - Dopo il surreale voto sfiducia diventato fiducia al governo, Legambiente scrive al presidente del consiglio Enrico Letta e ai ministri Orlando (ambiente), Bray (beni culturali) e Lupi (trasporti) sul transito delle grandi navi a Venezia, «Una questione prioritaria per il futuro della città lagunare e del suo patrimonio storico-architettonico – dice l’Associazione – per la quale urgono risposte concrete e provvedimenti immediati. Un semplice divieto, sebbene indifferibile, al transito delle navi da crociera davanti a San Marco non sarebbe sufficiente». Il Cigno Verde ritiene che «Lo spostamento della stazione marittima per le navi da crociera a Marghera, attraverso il passaggio per il canale dei petroli, possa rappresentare la giusta soluzione, una risposta che coniuga le ragioni dell’occupazione e della crescita economica con quelle della fruizione sostenibile».
Il responsabile mare dell’associazione, Sebastiano Venneri, spiega che «Legambiente invita il governo a definire una politica industriale che assuma il turismo e il futuro di Venezia come asset fondamentale per il Paese, non adottare soluzioni tampone, ma a pianificare il futuro di Venezia e dell’attività portuale partendo dalla rigenerazione dell’area inquinata e abbandonata di Marghera. Sarebbe una sfida per l’intero sistema Paese e non solo per la città e i suoi amministratori. Con lo spostamento dell’home port a Marghera, lontano dal fragile cuore della città, si eviterebbe infatti il passaggio delle grandi navi all’interno del Canale della Giudecca e del bacino di San Marco e allo stesso tempo si consentirebbe una pianificazione integrata di tutta l’area comunale attraverso il recupero e rilancio della zona industriale dopo gli anni di abbandono seguiti alla crisi del ciclo della chimica».
Il presidente di Legambiente Veneto, Luigi Lazzaro, aggiunge: «Come ambientalisti e come cittadini, non possiamo più accettare soluzioni del secolo scorso da parte di una lobby imprenditoriale che di quegli anni sta riproponendo il peggio. Né ci interessano soluzioni parziali che si occupano di risolvere i problemi posti dalle singole attività all’interno della città. Vogliamo piuttosto una pianificazione strategica della città, vogliamo immaginare la Venezia del futuro, vogliamo giocare una sfida importante, non solo sulla vergogna degli inchini al campanile delle grandi navi, ma sul recupero di aree e identità, sulla ridefinizione degli spazi, sull’idea insomma di città che vorremmo realizzare».
Quanto proposto da Legambiente ripensa non solo il traffico delle grandi navi, ma l’assetto complessivo dell’accoglienza dei turisti a Venezia e «rappresenterebbe un solido investimento in grado di garantire l’attuale numero di toccate senza i rischi ambientali e l’impatto paesaggistico connessi al volume di traffico odierno».
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