Il governo, preoccupato per le Olimpiadi del 2020, bacchetta l’azienda Tepco (cioè sé stesso). I livelli di radioattività nel mare vicino alla centrale sono i più alti registrati negli ultimi due anni.
GreenReport - La Tokyo Electric Power Company (Tepco) è sotto accusa per la sua incapacità di far fronte ai continui incidenti che si verificano nella centrale nucleare di Fukushima Daiichi distrutta dalle esplosioni di idrogeno dopo il terremoto/tsunami dell’11 marzo 2011. Negli ultimi due mesi è stata duramente richiamata 2 volte dalla Nuclear Regulation Authority (Nra) giapponese a causa dai continui contrattempi e ripetute contaminazioni ed oggi ha promesso che assumerà altri “liquidatori” per gestire meglio i lavori per rendere il sito nucleare sicuro e rispettare gli impegni presi.
In realtà la Tepco è tenuta in piedi dal governo giapponese: dopo il disastro nucleare ha denunciato più di 27 miliardi di dollari perdite nette ed ha ricevuto promesse di finanziamenti dalle banche per soli 5,9 miliardi dollari gran parte dei quali sono però subordinati al fatto che l’utility garantisca che l’Nra approvi la riaccensione di 2 dei 7 reattori nucleari delle sua altra centrale nucleare di Kashiwazaki-Kariwa, il più grande impianto nucleare del mondo.
La Tepco oggi, dopo aver presentato un rapporto alla Nra, ha assicurato: «Aumenteremo la forza lavoro nella centrale nucleare di Fukushima 1 per essere sicuri di avere una comprensione accurata della situazione, seguire le procedure, introdurre una comunicazione corretta e le istruzioni necessarie per effettuare una gestione competente del luogo», cosa evidentemente non accaduta fino ad oggi.
I nuovi assunti dovrebbero portare a 200 i “liquidatori” che da settembre cercano di impedire gli sversamenti di acqua altamente radioattiva dai serbatoi di stoccaggio. Ma la bonifica del disastro nucleare, il peggiore dopo quello di Chernobyl del 1986, richiederà decenni e probabilmente allora la Tepco non ci sarà più e molti dei lavoratori che accettano questo pericolosissimo lavoro dovranno affrontare le conseguenze sanitarie dell’esposizione a sostanze così pericolose.
La verità e che nessuno sa come affrontare il problema del continuo accumulo di acqua radioattiva a Fukushima Daiichi e le conseguenze ambientali ed economiche degli sversamenti nell’Oceano Pacifico, ammessi dopo mesi di smentite anche dalla Tepco che ora dice che i livelli di radioattività nell’acqua di mare vicino alla centrale sono i più alti registrati negli ultimi due anni.
Il presidente della Nra, Shunichi Tanaka ha detto che la Tepco deve dimostrare che le sue operazioni di bonifica a Fukushima Daiichi sono a posto prima di approvare il riavvio di 2 reattori nella gigantesca centrale nucleare di Kashiwazaki-Kariwa sulla costa occidentale del Giappone, «Dobbiamo stabilire se la Tepco ha la capacità tecnologica di operare una centrale nucleare». La Tepco oggi ha risposto di aver preso «Provvedimenti per migliorare la sicurezza in Kashiwazaki-Kariwa, basati sulle lezioni apprese dal disastro del 2011». Ma per l’Asahi Shimbun il riavvio dei due reattori più nuovi è improbabile, visto che «Un ritardo nel piano della Tepco per averli in funzione entro la fine del mese, ha già spinto l’utility a rivedere il suo piano di ristrutturazione per tagliare i costi e di ripristinare le sue finanze».
Il primo ministro giapponese Shinzo Abe è molto preoccupato per le conseguenze che la situazione a Fukushima Daiichi potrebbe avere sulle Olimpiadi che il Giappone si è aggiudicato per il 2020 ed ha ordinato alla Tepco di definire le scadenze per fermare le perdite di acqua radioattiva.
Il problema è che Abe sta bacchettando il suo stesso governo, visto che le iniezioni di denaro pubblico del 2012 controlla la Tepco ed ora si trova nell’infelice posizione di dover rispettare le decisioni della Nra sul possibile riavvio di due “suoi” reattori nucleari che porterebbero una boccata di ossigeno alle casse ormai vuote dell’utility che ha perso il controllo di Fukushima Daiichi.
GreenReport - La Tokyo Electric Power Company (Tepco) è sotto accusa per la sua incapacità di far fronte ai continui incidenti che si verificano nella centrale nucleare di Fukushima Daiichi distrutta dalle esplosioni di idrogeno dopo il terremoto/tsunami dell’11 marzo 2011. Negli ultimi due mesi è stata duramente richiamata 2 volte dalla Nuclear Regulation Authority (Nra) giapponese a causa dai continui contrattempi e ripetute contaminazioni ed oggi ha promesso che assumerà altri “liquidatori” per gestire meglio i lavori per rendere il sito nucleare sicuro e rispettare gli impegni presi.
In realtà la Tepco è tenuta in piedi dal governo giapponese: dopo il disastro nucleare ha denunciato più di 27 miliardi di dollari perdite nette ed ha ricevuto promesse di finanziamenti dalle banche per soli 5,9 miliardi dollari gran parte dei quali sono però subordinati al fatto che l’utility garantisca che l’Nra approvi la riaccensione di 2 dei 7 reattori nucleari delle sua altra centrale nucleare di Kashiwazaki-Kariwa, il più grande impianto nucleare del mondo.
La Tepco oggi, dopo aver presentato un rapporto alla Nra, ha assicurato: «Aumenteremo la forza lavoro nella centrale nucleare di Fukushima 1 per essere sicuri di avere una comprensione accurata della situazione, seguire le procedure, introdurre una comunicazione corretta e le istruzioni necessarie per effettuare una gestione competente del luogo», cosa evidentemente non accaduta fino ad oggi.
I nuovi assunti dovrebbero portare a 200 i “liquidatori” che da settembre cercano di impedire gli sversamenti di acqua altamente radioattiva dai serbatoi di stoccaggio. Ma la bonifica del disastro nucleare, il peggiore dopo quello di Chernobyl del 1986, richiederà decenni e probabilmente allora la Tepco non ci sarà più e molti dei lavoratori che accettano questo pericolosissimo lavoro dovranno affrontare le conseguenze sanitarie dell’esposizione a sostanze così pericolose.
La verità e che nessuno sa come affrontare il problema del continuo accumulo di acqua radioattiva a Fukushima Daiichi e le conseguenze ambientali ed economiche degli sversamenti nell’Oceano Pacifico, ammessi dopo mesi di smentite anche dalla Tepco che ora dice che i livelli di radioattività nell’acqua di mare vicino alla centrale sono i più alti registrati negli ultimi due anni.
Il presidente della Nra, Shunichi Tanaka ha detto che la Tepco deve dimostrare che le sue operazioni di bonifica a Fukushima Daiichi sono a posto prima di approvare il riavvio di 2 reattori nella gigantesca centrale nucleare di Kashiwazaki-Kariwa sulla costa occidentale del Giappone, «Dobbiamo stabilire se la Tepco ha la capacità tecnologica di operare una centrale nucleare». La Tepco oggi ha risposto di aver preso «Provvedimenti per migliorare la sicurezza in Kashiwazaki-Kariwa, basati sulle lezioni apprese dal disastro del 2011». Ma per l’Asahi Shimbun il riavvio dei due reattori più nuovi è improbabile, visto che «Un ritardo nel piano della Tepco per averli in funzione entro la fine del mese, ha già spinto l’utility a rivedere il suo piano di ristrutturazione per tagliare i costi e di ripristinare le sue finanze».
Il primo ministro giapponese Shinzo Abe è molto preoccupato per le conseguenze che la situazione a Fukushima Daiichi potrebbe avere sulle Olimpiadi che il Giappone si è aggiudicato per il 2020 ed ha ordinato alla Tepco di definire le scadenze per fermare le perdite di acqua radioattiva.
Il problema è che Abe sta bacchettando il suo stesso governo, visto che le iniezioni di denaro pubblico del 2012 controlla la Tepco ed ora si trova nell’infelice posizione di dover rispettare le decisioni della Nra sul possibile riavvio di due “suoi” reattori nucleari che porterebbero una boccata di ossigeno alle casse ormai vuote dell’utility che ha perso il controllo di Fukushima Daiichi.
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