domenica, ottobre 27, 2013
“La famiglia che vive la gioia della fede la comunica spontaneamente, è sale della terra e luce del mondo, è lievito per la società”. Così Papa Francesco nell’omelia alla Messa celebrata stamani in Piazza San Pietro in occasione della “Giornata della Famiglia” promossa nell’ambito dell’Anno della Fede. Oltre centomila le persone presenti. Il servizio di Adriana Masotti: ascolta  

Radio Vaticana - Sono arrivate presto questa mattina in Piazza San Pietro le migliaia di famiglie venute per la celebrazione eucaristica con Papa Francesco. Fin dalle 9 in piazza erano disponibili dei confessori. Alle 10.30 l’inizio della Messa. A lato dell’altare l’immagine della Santa Famiglia nell’atto della Presentazione di Gesù al Tempio. Le Letture della domenica offrono al Papa lo spunto per sottolineare tre caratteristiche fondamentali della famiglia cristiana: la preghiera, la fede, la gioia.

La famiglia che prega: il Vangelo riferisce due modi di pregare, uno falso, quello del fariseo che si sente a posto e l’altro autentico, quello del pubblicano consapevole delle proprie miserie:

“Alla luce di questa Parola, vorrei chiedere a voi, care famiglie: pregate qualche volta in famiglia? Qualcuno sì, lo so. Ma tanti mi dicono: ma come si fa?. Ma, si fa come il pubblicano, è chiaro: umilmente, davanti a Dio. Ognuno con umiltà si lascia guardare dal Signore e chiede la sua bontà, che venga a noi. Ma, in famiglia, come si fa? Perché sembra che la preghiera sia una cosa personale, e poi non c’è mai un momento adatto, tranquillo, in famiglia … Sì, è vero, ma è anche questione di umiltà, di riconoscere che abbiamo bisogno di Dio, come il pubblicano! E tutte le famiglie, abbiamo bisogno di Dio: tutti, tutti! Bisogno del suo aiuto, della sua forza, della sua benedizione, della sua misericordia, del suo perdono. E ci vuole semplicità: per pregare in famiglia, ci vuole semplicità! Pregare insieme il 'Padre nostro', intorno alla tavola, non è una cosa straordinaria: è facile. E pregare insieme il Rosario, in famiglia, è molto bello, dà tanta forza! E anche pregare l’uno per l’altro: il marito per la moglie, la moglie per il marito, ambedue per i figli, i figli per i genitori, per i nonni … Pregare l’uno per l’altro. Questo è pregare in famiglia, e questo fa forte la famiglia: la preghiera”.

La famiglia custodisce la fede: la seconda Lettura propone l’esempio dell’ apostolo Paolo che, al tramonto della vita, di se stesso dice: «Ho conservato la fede». Ma non l’ha conservata in una cassaforte, esclama il Papa, non sottoterra. La sua vita è stata una battaglia e una corsa. San Paolo, la fede, non l’ha solo difesa, l’ha donata e per questo ha fatto scelte coraggiose, è andato in territori ostili, si è lasciato provocare dai lontani, da culture diverse, ha parlato francamente senza paura.

“Anche qui, ci possiamo chiedere: in che modo noi custodiamo la nostra fede? La teniamo per noi, nella nostra famiglia, come un bene privato, o sappiamo condividerla con la testimonianza, con l’accoglienza, con l’apertura agli altri? Le famiglie cristiane sono famiglie missionarie… Sono missionarie anche nella vita di ogni giorno, facendo le cose di tutti i giorni, mettendo in tutto il sale e il lievito della fede! Conservare la fede in famiglie e mettere il sale e il lievito della fede nelle cose di tutti i giorni”.

La famiglia che vive la gioia. Voi sapete, dice Papa Francesco, che la gioia vera non è qualcosa di superficiale, non viene dalle cose:

“Eh … a me piacerebbe fare una domanda, oggi. Ma, ognuno la porta nel suo cuore, a casa sua, eh?, come un compito da fare. E si risponde da solo. Come va la gioia, a casa tua? Come va la gioia nella tua famiglia? E voi date la risposta”.

“La gioia vera, prosegue il Papa, viene da un’armonia profonda tra le persone, che tutti sentono nel cuore, e che ci fa sentire la bellezza di essere insieme, di sostenerci a vicenda nel cammino della vita.

“Ma alla base di questo sentimento di gioia profonda c’è la presenza di Dio nella famiglia, c’è il suo amore accogliente, misericordioso, rispettoso verso tutti. E soprattutto, un amore paziente: la pazienza è una virtù di Dio e ci insegna, in famiglia, ad avere questo amore paziente, l’uno con l’altro. Avere pazienza tra di noi”.

La famiglia che vive la gioia della fede, conclude il Papa, la comunica spontaneamente, è sale della terra e luce del mondo, è lievito per la società.

Al termine della celebrazione il Papa pronuncia una preghiera davanti all’icona della Santa Famiglia: “Santa Famiglia di Nazareth, dice, donaci lo sguardo limpido che sa riconoscere l’opera della Provvidenza nelle realtà quotidiane della vita (… ) trasforma le nostre famiglie in piccole Chiese domestiche, rinnova il desiderio della santità, sostieni la nobile fatica del lavoro, dell’educazione, dell’ascolto, della reciproca comprensione e del perdono”...

“Santa Famiglia di Nazareth,
ridesta nella nostra società la consapevolezza
del carattere sacro e inviolabile della famiglia,
bene inestimabile e insostituibile.
Ogni famiglia sia dimora accogliente di bontà e di pace”.

Prima della preghiera dell’Angelus, recitata sul sagrato della Basilica, il saluto e il ringraziamento del Papa a tutti i pellegrini e alle famiglie venute da tanti Paesi. Su di loro e in modo particolare su quelle che vivono situazioni di maggiore difficoltà invoca la protezione di Maria. Infine il saluto ai vescovi e ai fedeli della Guinea Equatoriale, convenuti in occasione della ratifica dell’Accordo con la Santa Sede. “La Vergine Immacolata, conclude Papa Francesco, protegga il vostro amato popolo e vi ottenga di progredire sulla via della concordia e della giustizia”.


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