venerdì, ottobre 04, 2013
“La pace francescana non è un sentimento sdolcinato. Per favore: questo san Francesco non esiste! E neppure è una specie di armonia panteistica con le energie del cosmo…Anche questo non è francescano, ma è un’idea che alcuni hanno costruito! La pace di san Francesco è quella di Cristo, e la trova chi “prende su di sé” il suo “giogo”, cioè il suo comandamento: Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato (cfr Gv 13, 34; 15, 12). E questo giogo non si può portare con arroganza, con presunzione, con superbia, ma solo con mitezza e umiltà di cuore.” 

di Monica Cardarelli 

È forse uno dei passaggi più pregnanti dell’omelia di papa Francesco durante la messa sulla piazza della basilica di San Francesco in cui ha ricordato cosa Francesco testimonia ancora a noi oggi.
“La prima cosa, la realtà fondamentale che ci testimonia è questa: essere cristiani è un rapporto vitale con la Persona di Gesù, è rivestirsi di Lui, è assimilazione a Lui. Da dove parte il cammino di Francesco verso Cristo? Parte dallo sguardo di Gesù sulla croce. Lasciarsi guardare da Lui nel momento in cui dona la vita per noi e ci attira a Lui. Francesco ha fatto questa esperienza in modo particolare nella chiesetta di san Damiano, pregando davanti al crocifisso, che anch’io oggi potrò venerare. In quel crocifisso Gesù non appare morto, ma vivo! Il sangue scende dalle ferite delle mani, dei piedi e del costato, ma quel sangue esprime vita. Gesù non ha gli occhi chiusi, ma aperti, spalancati: uno sguardo che parla al cuore. E il Crocifisso non ci parla di sconfitta, di fallimento; paradossalmente ci parla di una morte che è vita, che genera vita, perché ci parla di amore, perché è l’Amore di Dio incarnato, e l’Amore non muore, anzi, sconfigge il male e la morte. Chi si lascia guardare da Gesù crocifisso viene ri-creato, diventa una «nuova creatura». Da qui parte tutto: è l’esperienza della Grazia che trasforma, l’essere amati senza merito, pur essendo peccatori. (…) Ci rivolgiamo a te, Francesco, e ti chiediamo: insegnaci a rimanere davanti al Crocifisso, a lasciarci guardare da Lui, a lasciarci perdonare, ricreare dal suo amore.”

Quindi ha sottolineato l’attualità della sequela di Cristo di Francesco: “Questa è la seconda cosa che Francesco ci testimonia: chi segue Cristo, riceve la vera pace, quella che solo Lui, e non il mondo, ci può dare. San Francesco viene associato da molti alla pace, ed è giusto, ma pochi vanno in profondità. Qual è la pace che Francesco ha accolto e vissuto e che ci trasmette? Quella di Cristo, passata attraverso l’amore più grande, quello della Croce. E’ la pace che Gesù Risorto donò ai discepoli quando apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!», e lo disse mostrando le mani piagate e il costato trafitto (cfr Gv 20,19.20)”

Papa Francesco ha quindi sottolineato ancora una volta che il cristiano e il francescano non può prescindere dalla croce di Cristo, dal seguire povero Cristo povero, mettendo in pratica il comandamento dell’amore vicendevole, fraterno. Ha concluso la sua omelia soffermandosi sulla lode a Dio creatore: “L’amore per tutta la creazione, per la sua armonia. Il Santo d’Assisi testimonia il rispetto per tutto ciò che Dio ha creato. (…) L’uomo sia al centro della creazione, dove Dio creatore l’ha voluto. (…) L’armonia e la pace! Francesco è stato uomo di armonia e di pace. Da questa Città della Pace, ripeto con la forza e la mitezza dell’amore: rispettiamo la creazione, non siamo strumenti di distruzione! Rispettiamo ogni essere umano: cessino i conflitti armati che insanguinano la terra, tacciano le armi e dovunque l’odio ceda il posto all’amore, l’offesa al perdono e la discordia all’unione. Sentiamo il grido di coloro che piangono, soffrono e muoiono a causa della violenza, del terrorismo o della guerra, in Terra Santa, tanto amata da san Francesco, in Siria, nell’intero Medio Oriente, in tutto il mondo. Ci rivolgiamo a te, Francesco, e ti chiediamo: ottienici da Dio il dono che in questo nostro mondo ci sia armonia, pace e rispetto per il creato!” Alla messa è seguita l’offerta dell’olio da parte della Regione Umbria e il saluto di S. E. Mons. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e Presidente della Conferenza Episcopale Umbra; del Presidente della Regione Umbria, On. Catiuscia Marini e la lettura della preghiera da parte del Sindaco di Perugia, Dr. Wladimiro Boccali.

Al termine Papa Francesco si è recato a pranzo con i poveri assistiti dal Centro di prima accoglienza della Caritas, nei pressi della Stazione ferroviaria di Santa Maria degli Angeli.


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