giovedì, ottobre 03, 2013
A conclusione della visita a Seul dal segretario della Difesa americana, Chuck Hagel, Stati Uniti e Corea del Sud hanno adottato oggi un piano per fronteggiare la minaccia nucleare nordcoreana.  

Radio Vaticana - Secondo Seul, Pyongyang sarebbe in possesso anche di un ingente arsenale chimico. L'accordo mira a fornire alla Corea del Sud – ha detto il capo del Pentagono – una deterrenza credibile, efficace e sostenibile. Sul clima in cui è stata firmata l’intesa, Giancarlo La Vella ha intervistato Rosella Ideo, docente di Storia politica e diplomatica dell’Asia Orientale all’Università di Trieste: ascolta

R. – C’è una tensione molto grande che ha cominciato a determinarsi a febbraio del 2013, dopo che Pyongyang ha compiuto il suo terzo test nucleare. Ora, questa prova di forza, dimostra che si è ritornati davvero a una guerra fredda. Secondo me, dietro c’è sempre un po’ la strategia americana del ritorno in Asia e c’è anche il tentativo di "snidare" un po’ la Cina, che continua a tenere in piedi questo regime con grossi investimenti e con aiuti. Quindi, la situazione è estremamente complessa, sia per le situazioni interne alle due Coree, sia per quelli che sono i piani degli Stati Uniti in Asia.

D. – La Corea del Nord è un Paese in grave crisi economica e sociale. Non si potrebbe adottare un altro tipo di confronto con Pyongyang?

R. – In questo momento, non lo vedo possibile, nel senso che è chiaro che questo ulteriore patto tra Stati Uniti e Corea del Sud accresce la tensione e questo non fa che riportare la Corea del Nord su una situazione ancora più difensiva nell’ambito di un gioco più vasto.

D. – Sullo sfondo, c'è una questione, che un po’ stride con questa situazione: quella della riunificazione delle famiglie coreane tra Nord e Sud. Un processo che, sia pur timidamente, però va avanti…

R. – Va avanti tra mille difficoltà. È vero che tra l’altro è stata riaperta di recente anche la zona economica di Kaesong tra le Coree, dove lavorano sia dei nordcoreani che dei sudcoreani. Ora, probabilmente, queste riunioni salteranno ancora una volta. Forse, dopo le iniziative per trovare almeno una forma di dialogo, bisogna dire che quella politica, purtroppo, è morta dalla fine del 2007, quando al Sud è stato eletto il primo presidente conservatore, cui è succeduta poi la signora Park, che vuole dimostrare di essere molto dura nei confronti del Nord.


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