martedì, ottobre 22, 2013
Intensi scontri armati, nei quali sarebbero rimaste uccise decine di persone, sono in corso nella regione di Daraa tra ribelli siriani e l’esercito regolare fedele a Bashar al Assad. 

Misna - Lo riferiscono attivisti dei comitati di coordinamento locali e l’agenzia ufficiale Sana secondo cui tra le vittime ci sarebbero dei bambini. Le fonti concordano nel riferire dell’uccisione, durante gli scontri nei pressi di Tafas, a nord-est del capoluogo meridionale Daraa, del leader della brigata ribelle il colonnello disertore Yasser Abbud.
In queste stesse ore, caccia dell’aeronautica hanno bombardato il sobborgo di Mleha, nella periferia sudorientale di Damasco, caduto nei giorni scorsi nelle mani dei ribelli. La zona è inaccessibile, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, una ong con sede a Londra che si avvale di una fitta rete di contatti nel paese.

Dalle frontiere, intanto, continua l’esodo dei civili in fuga dalle violenze: hanno raggiunto quota 600.000 i profughi in Turchia, secondo la Direzione Disastri Naturali ed Emergenze (Afad) della presidenza del governo di Ankara. Di questi, circa 200.000 sono ufficialmente registrati nei campi allestiti dal governo turco nelle regioni di confine, mentre i restanti 400.000 si trovano nelle principali città turche, in particolare Istanbul e Ankara.

Nonostante gli annunci di una conferenza di pace, prevista a Ginevra per la fine del mese di novembre, le violenze sul terreno non accennano a fermarsi: nel fine settimana un’autobomba è esplosa in un quartiere di Hama, nel centro del paese, causando 31 morti e decine di feriti.


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