giovedì, ottobre 31, 2013
Tutto l’equipaggiamento per la produzione di armi chimiche in possesso del governo siriano è stato distrutto: lo riferisce un documento redatto dall’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Oiac) visionato dall’agenzia Reuters. 

Misna - In queste settimane gli esperti dell’organismo hanno ispezionato 21 dei 23 siti presenti nel paese. Gli ultimi due erano troppo pericolosi da visitare, ma il loro equipaggiamento era già stato trasferito in altri siti controllati. Si conclude così la seconda fase del programma di disarmo della Siria, voluto dal Consiglio di sicurezza dell’Onu. La distruzione riguarda gli equipaggiamenti per la produzione di armi chimiche e per il riempimento di munizioni con gas velenosi. La scadenza per la distruzione delle strutture di produzione e i macchinari per la lavorazione era fissata per il primo novembre.

La distruzione dell’arsenale chimico siriano si è sviluppata in due fasi. La prima consisteva nella consegna dell’inventario da parte degli uomini di Bashar Al Assad. A questa ne è seguita una seconda, iniziata i primi di ottobre, di verifica, distruzione e disattivazione. Un’operazione che non conosce precedenti dato che lo smantellamento è avvenuto mentre nel paese è in corso una guerra civile e che l’arsenale distrutto era uno dei più importanti del Medio Oriente.


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