La polizia somala ha sequestrato i locali di Radio Shabelle a Mogadiscio, l’emittente indipendente più nota del paese e dell’intero Corno d’Africa interrompendone la programmazione.
Misna - La notizia – diffusa dagli stessi giornalisti – ha già provocato polemiche e critiche a quello che appare a tutti gli effetti l’ennesimo colpo alla libertà di informazione nel paese. Almeno sei giornalisti, riferiscono le altre fonti di informazione nella capitale, sono stati arrestati nel corso del raid, avvenuto ieri, e con cui la polizia politica ha determinato anche la chiusura di Sky Fm Radio, emittente gemella, che aveva sede nello stesso stabile.
Il ministro degli Interni, Abdikarin Hussein Guled, intervenuto sulla vicenda, ha dichiarato che la sede dell’emittente era stata occupata abusivamente e che i locali dovranno ritornare ad ospitare la redazione della radio pubblica. Un’accusa smentita dai responsabili del network che dicono di aver ottenuto l’utilizzo della struttura previo accordo con il precedente governo.
I resoconti sulla vicenda forniti oggi dalle testate somale riferiscono che gli studi dell’emittente sarebbero stati saccheggiati e le attrezzature e i computer dei giornalisti “sequestrati”. Un numero imprecisato di reporter, hanno raccontato i testimoni, “sono stati forzati a salire su dei camion e portati al dipartimento di investigazione criminale (Cig) della capitale”. Anche l’editore di entrambe le stazioni radio, Abdi Malik Yusuf Mohamud, è stato tratto in arresto.
Intanto, dalla capitale somala, è giunta anche la notizia della morte di Mohammed Mohamoud Timacade, un corrispondente della somala Universal Tv, basata a Londra, gravemente ferito da un commando armato all’inizio della scorsa settimana. Il reporter è deceduto all’ospedale Medina, dove era stato ricoverato dopo l’agguato. Il suo decesso porta a sette il numero dei reporter uccisi in Somalia dall’inizio del 2013. Nessuno dei responsabili di queste morti è stato finora assicurato alla giustizia.
Misna - La notizia – diffusa dagli stessi giornalisti – ha già provocato polemiche e critiche a quello che appare a tutti gli effetti l’ennesimo colpo alla libertà di informazione nel paese. Almeno sei giornalisti, riferiscono le altre fonti di informazione nella capitale, sono stati arrestati nel corso del raid, avvenuto ieri, e con cui la polizia politica ha determinato anche la chiusura di Sky Fm Radio, emittente gemella, che aveva sede nello stesso stabile.
Il ministro degli Interni, Abdikarin Hussein Guled, intervenuto sulla vicenda, ha dichiarato che la sede dell’emittente era stata occupata abusivamente e che i locali dovranno ritornare ad ospitare la redazione della radio pubblica. Un’accusa smentita dai responsabili del network che dicono di aver ottenuto l’utilizzo della struttura previo accordo con il precedente governo.
I resoconti sulla vicenda forniti oggi dalle testate somale riferiscono che gli studi dell’emittente sarebbero stati saccheggiati e le attrezzature e i computer dei giornalisti “sequestrati”. Un numero imprecisato di reporter, hanno raccontato i testimoni, “sono stati forzati a salire su dei camion e portati al dipartimento di investigazione criminale (Cig) della capitale”. Anche l’editore di entrambe le stazioni radio, Abdi Malik Yusuf Mohamud, è stato tratto in arresto.
Intanto, dalla capitale somala, è giunta anche la notizia della morte di Mohammed Mohamoud Timacade, un corrispondente della somala Universal Tv, basata a Londra, gravemente ferito da un commando armato all’inizio della scorsa settimana. Il reporter è deceduto all’ospedale Medina, dove era stato ricoverato dopo l’agguato. Il suo decesso porta a sette il numero dei reporter uccisi in Somalia dall’inizio del 2013. Nessuno dei responsabili di queste morti è stato finora assicurato alla giustizia.
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